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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il passo indietro / Germania

Polemica sull'ex cancelliere 'pagato' da Putin che prendeva il vitalizio, lui lascia

Schroeder si è dimesso dal Cda del gruppo petrolifero russo Rosneft, il Parlamento gli aveva già tolto parte dei privilegi da ex capo di governo come gli uffici e gli assistenti ma non la pensione

Dopo mesi di polemiche Gerhard Schroeder ha deciso di lasciare il consiglio d'amministrazione del gruppo petrolifero russo Rosneft e insieme a lui è andato via anche il Ceo tedesco del Nord Stream, Matthias Warnig. Era dall'inizio della guerra in Ucraina che le pressioni sull'ex cancelliere della Germania, perché smettesse di lavorare per l'azienda del Paese che ha invaso l'Ucraina, si erano fatte ogni giorni più forti. Ieri il Bundestag tedesco era arrivato a decidere di togliergli una parte dei privilegi di cui beneficia in quanto ex capo del governo per sanzionare il suo comportamento e il fatto che fosse ritenuto quasi un lobbista di Mosca e di Vladimir Putin.

Per questo gli sono stati tolti gli uffici di rappresentanza e tutti i funzionari messi a sua disposizione, servizi che costano circa 400 mila euro ai contribuenti tedeschi. La commissione Bilancio dell'Aula ha sostenuto che l'ex cancelliere non rispettava più gli "obblighi legati alla sua funzione”. All'ex leader dei socialdemocratici Spd non è stata tolta però la pensione e conserverà la scorta. Ma la reprimenda del Bundestag è stata comunque abbastanza pesante da obbligarlo al passo indietro. Addirittura ieri il Parlamento europeo era arrivato a chiedere di inserire Schroeder nella lista nera dell'Ue, che prevede il congelamento di case, conti correnti e altri beni. La proposta era contenuta in una risoluzione sulle conseguenze sociali ed economiche della guerra in Ucraina per l'Ue. Schroeder, che è stato cancelliere dal 1998 al 2005, era entrato nel consiglio di amministrazione di Rosneft nel 2017.

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