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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Non chiudete le centrali nucleari": la crisi del gas in Germania rilancia l'atomo

La maggioranza di governo si divide sul destino degli ultimi reattori ancora attivi mentre Gazprom minaccia Berlino: “Nessuna garanzia sul funzionamento del Nord Stream”

La possibilità che la Germania resti senza scorte di gas per fronteggiare il prossimo inverno ha innescato uno scontro politico sull’addio al nucleare all'interno della coalizione di governo tedesca. Il nervosismo è salito dopo che il colosso energetico russo Gazprom ha lanciato un nuovo avvertimento a Berlino. La società statale di Mosca ha fatto sapere di non poter garantire il buon funzionamento del Nord Stream, il gasdotto che porta metano dalla Russia alla Germania e di non sapere se un motore a turbina “essenziale” sarà effettivamente restituito dal Canada, dove si trova per la manutenzione, perché potrebbe restare bloccato per effetto delle sanzioni a Mosca per l’invasione dell’Ucraina.

Minacce velate che hanno suscitato la dura reazione di Christian Durr, capogruppo in Parlamento dei liberali del Fdp, partito che governa con i socialisti dell’Spd e i Verdi, il quale ha spiegato che “Putin rimane imprevedibile” e perciò la Germania dovrebbe “prendere precauzioni”. “Smettere di produrre elettricità dal gas, allungare la vita delle centrali nucleari ed esaminare la produzione di gas nel Mare del Nord”, è la ricetta  pro-nucleare proposta dai liberali che non piace per nulla ai Verdi e all'Spd. “L'approvvigionamento sicuro - ha aggiunto Durr - è la massima priorità” e “chi parla di docce fredde e maglioni caldi in queste settimane fraintende la gravità della situazione”. 

Tuttavia, sia i socialdemocratici dell’Spd, il partito del cancelliere Olaf ScholZ, che i Verdi si oppongono senza se e senza ma al rinvio dello stop al nucleare. Il ministro dell'Economia e dell’azione per il clima, l’ecologista Robert Habeck, ha già fatto sapere di essere a favore dello spegnimento programmato delle tre centrali nucleari rimanenti in Germania entro la fine di quest’anno. Ma il possibile stop all’arrivo di gas dalla Russia potrebbe cambiare le carte in tavola.

A partire da lunedì Gazprom ha infatti sospeso per dieci giorni le consegne di gas alla Germania per “motivi di manutenzione” del gasdotto Nord Stream. Dietro allo stop ai rubinetti di gas, secondo diversi analisti, ci sarebbe la volontà del Cremlino di punire il governo tedesco per il sostegno all’Ucraina e per aver appoggiato le sanzioni alla Russia. Inoltre, Mosca sarebbe interessata a ridurre l’approvvigionamento energetico alla locomotiva industriale d’Europa perché la Germania, come gli altri Paesi Ue, sta cercando di riempire all’80% della capacità le sue riserve di gas entro l’autunno per essere autonoma dalla Russia in vista del prossimo inverno.

A prescindere dalla buona o cattiva fede di Gazprom, le turbine coinvolte dalla manutenzione attualmente si trovano in un sito canadese di proprietà del colosso industriale tedesco Siemens. “Gazprom - si legge in una nota - non ha un solo documento per consentire a Siemens di portare fuori dal Canada il motore a turbina a gas attualmente in riparazione”, ha affermato la società. “In queste circostanze - ha avvertito il colosso energetico russo - non è possibile trarre una conclusione obiettiva sull'evoluzione della situazione e garantire il funzionamento sicuro della stazione di Portovaya, una struttura fondamentale per il gasdotto Nord Stream”. Parole che suonano come una beffa per il governo di Berlino.

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Durante il fine settimana, a seguito delle pressioni tedesche, il Canada aveva accettato di consegnare alla Germania le turbine necessarie per mantenere aperto il gasdotto, nonostante le sanzioni in vigore contro la Russia e gli appelli dell’Ucraina a non cedere al ricatto russo. Ma, nonostante il sofferto sì del Canada alle richieste della Germania, Gazprom sembra determinata a tenere appesa sopra la testa di Berlino la spada di Damocle della crisi energetica. E non è detto che lo stop entro la fine dell'anno al nucleare venga confermato. 

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