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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dopo il plagio, l'accusa di razzismo: altra gaffe della leader dei Verdi in Germania

La rivale della Cdu di Merkel ha ammesso di aver usato la parola meno appropriata mentre raccontava un episodio di discriminazione nella sede del Consiglio nazionale degli ebrei

Annalena Baerbock, la leader dei Verdi tedeschi, è stata costretta a scusarsi per aver usato un termine razzista in un’intervista televisiva proprio mentre denunciava le discriminazioni contro i neri. L’ecologista ha raccontato con orgoglio l’episodio di un’alunna che si era rifiutata di finire un compito perché la consegna conteneva un insulto nei confronti delle persone di colore, la cosiddetta ’n-word’. Tuttavia, mentre lodava l’antirazzismo della ragazza, la stessa Baerbock ha ripetuto la parola discriminatoria. La gaffe è avvenuta nei locali del Consiglio nazionale degli ebrei: una cornice che ha messo ancora più in difficoltà la candidata alla cancelleria tedesca, che ha chiesto scusa qualche ora dopo, quando il video con le parole incriminate era già finito in rete. 

“Sfortunatamente, nella registrazione dell'intervista ho citato la parola che inizia con la n. Ho sbagliato e mi dispiace”, ha twittato la leader degli ecologisti che, fino a qualche settimana fa, era accreditata nei sondaggi come probabile vincitrice delle elezioni parlamentari di settembre. Un appuntamento elettorale storico che accompagnerà l’addio alla politica della cancelliera uscente, Angela Merkel. Il ritiro della leader incontrastata della politica tedesca degli ultimi 16 anni ha aperto un’avvincente lotta per la successione, che vede la contrapposizione tra i Verdi di Baerbock e la Cdu di Armin Laschet. Quest’ultimo ha preso il testimone della leadership della Cdu direttamente da Merkel e oggi sembra avere più chance di successo rispetto alla candidata ecologista (i sondaggi danno la Cdu al 28,7% e i Verdi al 18,5%).

Quella tra Laschet e Baerbock è stata però una contesa segnata dalle tante gaffe dei due che hanno messo a repentaglio la credibilità di entrambi i candidati. Solo la scorsa settimana, Laschet è stato sorpreso dalle telecamere mentre rideva e scherzava con alcuni colleghi sul luogo del disastro dell’alluvione che ha provocato oltre 175 vittime nel Paese, molte delle quali nella Renania Settentrionale-Vestfalia, la regione tedesca della quale Laschet è governatore. Il delfino di Merkel si è dovuto scusare a più riprese dopo la pubblicazione delle immagini imbarazzanti nelle quali sghignazzava alle spalle di Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica federale, che stava raccontando, visibilmente rattristato, il suo incontro con alcuni soccorritori.

A salvare Laschet, ancora avanti nei sondaggi, è la quantità di errori e leggerezze compiute da Baerbock negli ultimi mesi di campagna elettorale. La numero uno dei Verdi, in occasione della vittoria nella corsa alla leadership degli ecologisti, aveva pubblicato un libro-manifesto per presentare il suo programma per la Germania del dopo-Merkel. Ma proprio quel libro l’ha allontanata dal sogno di vincere le elezioni perché Baerbock ha poi ammesso di aver “dimenticato” di citare le fonti di ampie parti dell’opera letteraria. In altre parole, aveva scopiazzato da altri autori senza riconoscere a questi ultimi nemmeno il dovuto spazio nelle note a piè di pagina. Una dimenticanza che ha provocato polemiche in patria, tanto più dopo che alcuni avevano fatto le pulci al suo curriculum pubblico, scoprendo che era stato quantomeno gonfiato. 

A giovare di questa imprevedibile sfida a chi la combina più grossa è Olaf Scholz, leader dei Socialdemocratici, accreditati come perdenti in tutti i sondaggi dall’inizio della campagna elettorale, ma che nelle ultime settimane si sono portati a soli due punti di distacco dai Verdi. Il derby a sinistra tra ecologisti e socialisti sarà tutt’altro che marginale nel momento in cui si andrà alla conta dei seggi nel Paese che ha mantenuto un sistema elettorale proporzionale che incoraggia le larghe coalizioni tra rivali di diverso colore politico.

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