L'Ue punta al 45% di rinnovabili, autorizzazioni per nuovi impianti più facili
Approvato l'aggiornamento della direttiva in materia che fissa target più elevati e semplifica le procedure. Maggioranza italiana spaccata sul testo a Strasburgo: FI a favore, Lega contro, FdI si astiene
Costruire una nuova centrale eolica o fotovoltaica, così come rinnovare una di quelle esistenti, sarà più semplice. Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l'aggiornamento della direttiva sulle energie rinnovabili (Red III), con cui l'Unione europea ha deciso di portare i suoi consumi di queste energie ad almeno il 42,5% entro il 2030, ma provando a raggiungere il più ambizioso obiettivo del 45%. Per farlo saranno semplificate le procedure burocratiche di autorizzazione di nuovi impianti, così come quelle per il rinnovo di quelli esistenti.
"Nel 2021, solo il 21,8% dell'energia consumata nell'Ue proveniva da energie rinnovabili. Questo dato è ben lungi dall'essere sufficiente", ha sottolineato l'eurodeputato francese Christophe Grudler, responsabile del provvedimento per i liberali di Renew Europe. L'aggiornamento ha ricevuto il via libera di Strasburgo con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni. La maggioranza italiana sul testo si è completamente spaccata. A votare a favore solo i deputati di Forza Italia, quelli della Lega di Matteo Salvini si sono espressi contro mentre i quattro rappresentanti di Fratelli d'Italia presenti alla votazione si sono astenuti.
"Le regole che cambiano troppo in fretta disorientano e rischiano di essere un danno per chi investe e per chi fa impresa. Sugli obiettivi delle rinnovabili, fonti pulite ma non programmabili, ancora una volta l'Europa si dimostra distante dalla vita reale e dalle necessità di chi lavora: parametri e tempistiche sono 'sparati' senza logica, praticamente irrealizzabili", ha detto il leghista Paolo Borchia, nel motivare la scelta del Carroccio. "Questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica. Abbiamo designato le energie rinnovabili come interesse pubblico prevalente, snellendo il loro processo di approvazione. L'attenzione è rivolta all'energia eolica, fotovoltaica, idroelettrica, geotermica e alle correnti di marea", ha rivendicato invece il relatore per l'Aula di Strasburgo, il popolare tedesco Markus Piepe.
Il testo, su cui Parlamento e Stati membri avevano raggiunto un accordo politico lo scorso 30 marzo, era rimasto in stallo per mesi in Consiglio Ue a causa delle pressioni francesi per il riconoscimento dell'energia nucleare nei target rinnovabili. L'impasse è stata superata aggiungendo al testo di compromesso un 'considerando' (il 22ab) in cui si riconosce la necessità di riconoscere che "alcuni impianti integrati di produzione di ammoniaca esistenti potrebbero trovarsi di fronte a sfide specifiche poste dalla sostituzione dell'idrogeno" e dunque la "necessaria ricostruzione di tali impianti richiederà importanti sforzi da parte degli Stati membri, a seconda delle specifiche circostanze nazionali e della struttura dell'approvvigionamento energetico".
La revisione della direttiva rinnovabili (risalente al 2018) è uno dei dossier chiave del pacchetto sul clima 'Fit for 55', presentato a luglio 2021 dalla Commissione europea come una tabella di marcia per abbattere le emissioni del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). La normativa approvata a Strasburgo oggi, prevede lo snellimento delle procedure per la concessione di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari e centrali eoliche, o per l'adeguamento di quelli esistenti. Le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti situati nelle cosiddette zone di riferimento (zone già reputate come idonee) mentre al di fuori di queste zone, la procedura non potrà superare i 24 mesi.
"Più energie rinnovabili nella rete elettrica e una costruzione molto più rapida di turbine eoliche e impianti solari significano prezzi più bassi per i cittadini e le imprese. Questo creerà anche un vantaggio reale per l'Ue come polo industriale e per la competitività europea come attore globale", ha detto l'eurodeputato finlandese dei Verdi Ville Niinisto, secondo cui "i cittadini beneficeranno di prezzi dell'elettricità più bassi e più prevedibili, ma anche la produzione di elettricità sul tetto o sul balcone per il consumo personale o per la vendita alla rete diventerà più semplice e più conveniente".