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Sabato, 20 Aprile 2024
Il pacchetto

La nuova tassa ambientale su auto e case alimentate con i fossili

Via libera del Parlamento Ue alla riforma del sistema Ets. Approvato anche il nuovo Fondo sociale da 86,7 miliardi per aiutare famiglie e imprese colpite dalla transizione

Una nuova tassa ambientale sui carburanti fossili per le auto e quelli utilizzati per i riscaldamenti delle case. Una sorta di dazio per i prodotti importati dall'estero in base alla loro "componente" di inquinamento. E un nuovo fondo da 86,7 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese colpite dalla transizione ecologica. È quanto prevede il pacchetto di misure approvato oggi in via definitiva dal Parlamento europeo nell'ambito di Fit for 55, la strategia dell'Unione europea che mira a ridurre almeno del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

I testi, già concordati con Stati membri e Commissione europea, prevedono l'istituzione di tre pilastri fondamentali: la riforma dell'Ets, il Cbam, e il nuovo Fondo sociale per il clima. La logica dietro queste misure è accelerare la transizione ecologica di settori inquinanti dell'economia europea (Ets), tenendo al contempo in considerazione i rischi di favorire le imprese di Paesi terzi meno soggette a restrizioni climatiche (da qui il 'dazio' alle importazioni, il Cbam) e le preoccupazioni dei cittadini europei che potrebbero pagare un prezzo alto a causa delle nuove norme.

Riforma dell'Ets

L'Ets è il sistema di scambio di emissioni dell'Unione europea. Il sistema funziona come una tassa: chi più inquina, più paga. Finora, dell'Ets hanno fatto parte l'industria pesante (acciaierie, raffinerie e cementifici, per esempio), le centrali elettriche fossili e il trasporto aereo civile. Secondo Bruxelles, questo sistema ha permesso di ridurre le emissioni inquinanti, ma per gli ecologisti l'Ets non ha fatto abbastanza per incentivare la conversione verde dei settori interessati. Da qui, la riforma, che tra gli aspetti più importanti prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034: queste quote vengono assegnate di anno in anno alle industrie e consentono di ridurre la "tassa" ambientale a loro carico.  

Oltre questa stretta, il Parlamento ha inoltre adottato l'inclusione, per la prima volta, nel sistema Ets delle emissioni prodotte dal settore marittimo, e la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo. La revisione dovrebbe permettere di eliminare gradualmente le quote gratuite per il settore dell'aviazione entro il 2026, spingendo così l'industria all'uso di combustibili più sostenibili.

La riforma prevede anche la creazione di un nuovo sistema Ets 2 per i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027. Questa inclusione riguarderà le società che producono veicoli alimentati con benzina e diesel, o le compagnie energetiche che fanno leva sui fossili. Il il rischio è che tali imprese possano scaricare i costi maggiori di produzione sulle bollette e sui prezzi alla pompa. Per evitare questo scenario, nel testo è stato inserito un "freno di emergenza" che dovrebbe rinviare al 2028 l'Ets 2 se i prezzi dell'energia saranno troppo elevati.

Il Cbam

Oltre alla questione dei potenziali rialzi dei prezzi su bollette e benzina, l'opposizione al potenziamento dell'Ets è stata giustificata alla luce del rischio che le imprese europee possano ritrovarsi a subire la concorrenza sleale di quei competitor di Paesi terzi su cui non grava tale forma di tassa ambientale, provocando chiusure di impianti e delocalizzazioni. Per contrastare questo rischio, l'Ue ha lanciato il nuovo Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, Cbam in gergo comunitario.

Il Cbam vuole è incentivare i Paesi non Ue ad aumentare le proprie ambizioni climatiche e garantire che gli sforzi climatici globali e dell'Ue non siano messi in pericolo dalla delocalizzazione della produzione in Paesi con politiche climatiche meno ambiziose.  La normativa imporrà alle aziende importatrici nell'Ue di prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera, per poi acquistare certificati di emissioni corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all'interno dell'Ue. Il Cbam sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in concomitanza con l'eliminazione progressiva delle quote gratuite nell'Ets. Il nuovo meccanismo include ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni.

Il Fondo sociale per il clima

Terzo pilastro del pacchetto approvato oggi è il Fondo sociale per il clima dell'Ue che entrerà in vigore nel 2026 con una dotazione di 86,7 miliardi, di cui 65 provenienti dal bilancio dell'Ue (il resto lo metteranno gli Stati). Questo fondo ha il compito di rispondere ai problemi potenziali sollevati sopra per famiglie e imprese. Ne beneficeranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica. 

I testi legislativi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio. Saranno quindi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue ed entreranno in vigore 20 giorni dopo. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, saluta via social il raggiungimento di un'altra "pietra miliare" del Green Deal. La presidente ringrazia gli eurodeputati ed esorta il Consiglio ad approvare formalmente i testi. "Insieme faremo dell'Europa il primo continente climaticamente neutrale", conclude.

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