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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

Tassa sulla plastica, dietro front della Commissione Ue: "Mai troveremo un meccanismo che funzioni bene"

L'aveva proposta il Commissario Ue al bilancio Ottinger settimana scorsa, ora il Vice Presidente Katainen corregge il tiro: la tassa sulla plastica "è un buon modo per creare risorse" ma "non abbiamo ancora trovato un modo" per realizzarla. E probabilmente Bruxelles non lo troverà mai

Marcia indietro della Commissione Ue: la tassa sulla plastica annunciata la settimana scorsa dal titolare al bilancio Gunher Ottinger viene bocciata oggi dal responsabile per tutta l'area economica Jyrki Katainen. "In alcuni Stati membri hanno fatto ricorso a stimoli fiscali per i sacchetti usa e getta, sono misure che hanno funzionato bene a livello nazionale e anche noi vedremo le opportunità che vengono, ma dubito che mai troveremo un meccanismo che funzioni bene" in tutta Europa. Un pollice verso in piena regola mostrato durante la presentazione della nuova strategia Ue contro l'inquinamento da plastica presentata oggi dalla Commissione a Strasburgo. 

Katainen corregge il tiro

La bocciatura di Katainen arriva dopo un lungo ragionamento, che parte da un primo giudizio positivo. La tassa, afferma il finlandese che è anche vice Presidente della Commissione, può essere una "potenziale risorsa propria", nel senso di fornire entrate dirette all'erario comunitario, come i diritti di dogana. "Può essere - insiste - un buon modo per creare risorse perché tassiamo e al tempo stesso pensiamo ai nostri obiettivi ambientali".

Dopo i sacchetti, gli imballagi di plastica. La tassa che proponeva la Commissione settimana scorsa 

Ma gli entusiasmi finiscono qui, castrati dalle difficoltà di costruire un sistema fiscale comunitario ad hoc. "Per il momento non abbiamo ancora trovato un modo per imporre un'imposta paneuropea sulle plastiche", ammette infatti il vice di Juncker, "ma siamo pronti a trovare soluzioni che utilizzino la leva fiscale per migliorare il riciclo o che aiutino a interdire le plastiche non riciclabili". In sostanza incentivi e non imposte.

E il ragionamento si chiude con quel "dubito che mai troveremo un meccanismo che funzionerà bene" che mette la parola fine a qualsiasi tentativo di creare un'imposta europea che, oltre a potenziare gli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, permetta a Bruxelles di racimolare quei 12-15 miliardi di buco di bilancio lasciati dalla Brexit.

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