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Venerdì, 29 Marzo 2024
Efficienza energetica

In Italia 1 edificio su 3 ha la classe energetica più bassa. E ora l'Ue vuole metterli fuori legge

La proposta della Commissione dovrebbe essere presentata la prossima settimana. Ma non è detto sia una brutta notizia per i proprietari

Basta con gli edifici classe G, inefficienti dal punto di vista energetico e dunque più inquinanti. Il giro di vite sulle norme che disciplinano la classificazione degli immobili è in arrivo da Bruxelles. La Commissione europea, secondo quanto riportato ieri dall’agenzia Reuters, la settimana prossima proporrà un testo che - se confermato - obbligherà tutti i proprietari di edifici occupati a tempo pieno nell’Ue a garantire gli standard minimi di efficienza energetica dettati dalla classe F. Ma non è detto che per i proprietari sia una cattiva notizia. 

Innanzitutto c’è da dire che la proposta trapelata nelle ultime ore renderebbe obbligatorio il passaggio alla classe F non da subito, ma entro il 2030. Oltre ad avere tanti anni a disposizione, i proprietari potrebbero contare su una vasta gamma di finanziamenti pubblici - come il Superbonus al 110 per cento - per ammodernare il loro immobile sul quale, probabilmente, non vengono eseguiti lavori di isolamento termico (come la sostituzione degli infissi e la coibentazione delle pareti e dei solai a contatto con l’esterno) da almeno trent’anni. Le prestazioni energetiche di un edificio possono essere migliorate anche in altri modi, compresa la sostituzione delle caldaie a combustibili fossili con sistemi di riscaldamento a basse emissioni. Tutti lavori che, se non eseguiti, portano senza ombra di dubbio a un’alta dispersione energetica e quindi a una bolletta molto più alta rispetto a quella delle case più efficienti. 

Gli edifici - ha ricordato la Reuters - producono più di un terzo delle emissioni di CO2 dell'Ue e rappresentano il 40 per cento del consumo energetico dei ventisette Paesi membri. Entrambe le questioni dovranno essere affrontate per consentire all’Ue di raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, come dettato dai piani attuativi del Green deal (per gli addetti ai lavori, si tratta del pacchetto Fit for 55).

L’alta disponibilità di fondi pubblici, tanto a livello statale quanto a quello europeo, potrebbe infine portare a massicci investimenti nel patrimonio edilizio del Belpaese. Mentre nei Paesi Bassi gli immobili di classe G sono solo il 4 per cento del totale, in Italia circa un edificio su tre è ancora fermo alla classe energetica più bassa. Visti i recenti aumenti del prezzo dell’elettricità, non è detto che i proprietari faranno le barricate contro il provvedimento che, per entrare in vigore, avrà comunque bisogno dell’ok sia dei governi nazionali che del Parlamento europeo.

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