L'Ue vuole vietare i pesticidi sintetici nei parchi cittadini
Gli Stati membri non hanno rispettato gli impegni sulla riduzione delle sostanze chimiche antiparassitarie. L’esecutivo europeo presenterà una proposta per dimezzarne l’uso in tutta l’Unione
Un giro di vite alla sostanze potenzialmente nocive nelle aree urbane. La Commissione europea vuole vietare l’uso di pesticidi sintetici nei parchi e in altri spazi verdi nelle città dell’Unione, dimezzando l’utilizzo complessivo di tali sostanze in tutta l'Ue. È quanto emerge da una bozza di regolamento circolata nelle ultime ore.
Secondo quanto riferito da fonti interne alla Commissione, il nuovo intervento si sarebbe reso necessario alla luce nel mancato rispetto da parte degli Stati membri delle precedenti regole sulla riduzione delle sostanze chimiche negli spazi verdi e in agricoltura fissate dalla direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi. Di qui la scelta, lodata da alcune Ong ambientaliste e organizzazioni di rappresentanza dell’agricoltura biologica, di usare, anziché una direttiva Ue, un regolamento. Quest’ultima tipologia di legge europea si applica direttamente agli Stati membri senza bisogno di essere recepita da ciascun Paese.
Funzionari della Commissione europea citati dal Guardian hanno affermato che ai sensi delle proposte presenti nell’attuale bozza di regolamento “i consumatori dell'Ue potrebbero vedere un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, che potrebbe portare a una crescita delle importazioni da Paesi terzi con una regolamentazione meno rigorosa dell'uso dei pesticidi”. Ma le stesse fonti hanno anche garantito che esamineranno i modi per mitigare l’impatto di tali misure, specificando che l’Ue deve “passare a un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”.
La proposta ha inoltre portato alla fredda reazione di Slow Food, che ha definito la bozza “una scatola vuota”. Secondo Madeleine Coste, rappresentante dell’ufficio europeo dell’organizzazione fondata negli anni Ottanta da Carlo Petrini, “la proposta di vietare l'uso di pesticidi nelle aree utilizzate da gruppi vulnerabili va ovviamente nella giusta direzione, ma fintanto che gli Stati membri rimangono liberi di fissare i propri obiettivi” sulla riduzione delle sostanze chimiche ci sono “poche speranze che il nuovo regolamento porti a un cambiamento significativo dalla dipendenza dai pesticidi” che la precedente legislazione Ue “evidentemente non è riuscita a portare”.