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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

La più grande miniera di litio in Europa mostra il lato oscuro della transizione ecologica

In Serbia migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per bloccare il progetto, che potrebbe alimentare 1 milione di auto elettriche all'anno. Ma distruggere la biodiversità

Pare che i giganti dell'auto europei, in particolare le case tedesche, abbiano già prenotato i primi rifornimenti. E lo stesso avrebbero fatto le aziende del Vecchio Continente che si occupano di pannelli solari e impianti eolici. Del resto, il maxi giacimento di litio scoperto 17 anni fa nella valle di Jadar, in Serbia, potrebbe diventare la base strategica per affrontare uno dei nodi del Green deal europeo, ossia la carenza di materie prime critiche: si stima che qui si potrebbe estrarre litio a sufficienza per alimentare la produzione 1 milione di auto elettriche all'anno. Ma c'è un problema, non da poco: le miniere inquinano, e il giacimento sorge nel bel mezzo del "granaio" del Paese, un'area incontaminata con riserve naturali e zone archeologiche. Ecco perché migliaia di cittadini in tutta la Serbia sabato 4 dicembre sono scesi per le strade per bloccare il progetto. Con loro, sui social, anche il numero 1 del tennis mondiale Novak Djokovic.

Il maxi giacimento

“Hanno permesso alle compagnie straniere di fare quello che volevano sulla nostra terra", ha detto Vladislava Cvoric, un economista di 56 anni, tra i protagonisti della protesta. Il riferimento è alla multinazionale anglo-australiana Rio Tinto, che a luglio ha annunciato un primo accordo con il governo di Belgrado per costruire, con un investimento da 2,4 miliardi di dollari,  quella che dovrebbe essere la più grande miniera di litio d'Europa. La società stima che nei suoi 40 anni di vita, la miniera produrrà 2,3 milioni di tonnellate di carbonato di litio per batterie, un minerale fondamentale per le batterie su larga scala per veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia rinnovabile, e 160.000 tonnellate di acido borico necessario per le apparecchiature per le energie rinnovabili come i pannelli solari e le turbine eoliche. Rio Tinto, che già oggi è uno dei colossi mondiali nell'estrazione di materie prime in giro per il globo, prevede che la miniera di Jadar lo renderà uno dei primi 10 produttori di litio al mondo. 

I precedenti di Rio Tinto

Il curriculum della multinazionale non aiuta però a rassicurare chi da mesi si oppone senza se e senza ma al progetto. Come ricorda il Guardian, nel corso dei suoi quasi 150 anni di storia, Rio Tinto (10,4 miliardi di dollari di profitti solo nel 2020) "è stata accusata di corruzione, degrado ambientale e violazioni dei diritti umani". A Marandoo, nell'Australia occidentale, la società ha deliberatamente fatto esplodere un'antica grotta, uno dei siti di ricerca archeologica più significativi del Paese. In Papua Nuova Guinea, diverse inchieste giornalistiche accusano la multinazionale di aver scaricato 1 miliardo di tonnellate di rifiuti minerari nel delta del fiume Kawerong-Jaba, provocando un maxi disastro ambientale. E mentre negli Usa la dirigenza sta affrontando una causa per frode legata alla sua miniera di carbone in Mozambico, nel Regno Unito sta pagando una multa di 27,4 milioni di sterline "per violazione delle regole di divulgazione e trasparenza", scrive sempre il Guardian.

Il granaio di Serbia

Tutte vicende che sono dei precedenti preoccupanti per il progetto di Jadar. La valle, infatti, è un'area rurale importante per il Paese. Inoltre, spiega al Guardian Dragana Dordevic, professoressa dell'Università di Belgrado, qui si trovano i bacini dei fiumi Drina e Sava, da cui circa 2,5 milioni di persone vengono rifornite di acqua. Bacini che, spiega la docente, sono in pericolo: "Tali miniere sono per lo più aperte nei deserti proprio a causa dell'effetto dannoso sull'ambiente e sulla biodiversità". Altro problema riguarda la presenza della necropoli di Paulje del 1500-1000 a.C., il più grande cimitero dei Balcani centrali dell'età del bronzo. Il progetto, a ogni modo, non è ancora partito: nelle prossime settimane dovrebbe arrivare il parere del ministero dell'Ambiente sul potenziale impatto della miniera. Ma Rio Tinto pare sicura del verdetto, dal momento che ha già acquistato l'80% delle case e dei terreni che sorgono sopra il giacimento.

Le proteste

I manifestanti contrari al progetto, del resto, non hanno molta fiducia nel governo. E hanno denunciato la presenza di picchiatori incappucciati ai cortei anti-miniera che, stando alle accuse dei promotori della mobilitazione, sarebbero stati assoldati dai potenti di Belgrado per intimorire i manifestanti e reprimere il dissenso. 

La Serbia è tra i candidati all'ingresso nell'Unione europea, e il governo punta anche sui suoi giacimenti per convincere Bruxelles a velocizzare le pratiche burocratiche, vista anche la necessità dell'industria Ue di emanciparsi dalla dipendenza di materie prime critiche da Cina e Usa.

Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, non ha mai nascosto il suo favore per l'operazione Rio Tinto: “Non abbiamo mare o risorse naturali che ci porteranno milioni. Abbiamo il giacimento di Jadar e mi viene da ridere a pensare che le persone stanno protestando per questo. Dicono che ci sarà un disastro ambientale, ma non è vero”. I sodali di Vucic dicono che le proteste sono promosse per fini politici, viste le imminenti elezioni nel Paese. 

Ma il presidente deve fare i conti con un antagonista non di poco peso in Serbia, il numero 1 del tennis mondiale Novak Djokovic: "Aria, acqua e cibo puliti sono fondamentali per la salute. Senza questo, ogni parola sulla 'salute' è obsoleta", ha detto il campione.

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