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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Più riciclo e meno rifiuti in discarica: da Strasburgo ok al pacchetto sull'economia circolare

Il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme per ridurre l'impatto degli scarti sull'ambiente. E per trasformarli in crescita "verde" e nuovi posti di lavoro

Non solo il miglioramento della gestione dei rifiuti, ma anche e soprattutto un sistema in cui dalla produzione al riciclo si possa trasformare quello che fino a oggi finisce in discarica, con costi per l'ambiente, la salute e le casse pubbliche, in valore economico, crescita sostenibile e nuovi posti di lavoro. Tutto questo è il pacchetto di norme Ue sull'economia circolare, che ha ottenuto l'ok definitivo del Parlamento europeo a Strasburgo. 

“Con questo pacchetto l'Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale", dice l'eurodeputata del Pd, Simona Bonafè, che ha redatto il testo votato dall'Aula. "L'economia circolare - aggiunge - non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo”.

Ecco i punti principali del pacchetto di norme sull'economia circolare.

Le nuove norme sul riciclo

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno.

Sono 497 i chili di rifiuti pro capite prodotti dall’Italia nel 2016, di cui il 27,64% è messo in discariche, il 50,55% viene riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

Smaltimento in discarica sarà un’eccezione

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti.

Raccolta differenziata di rifiuti tessili o pericolosi

I prodotti tessili e i rifiuti pericolosi provenienti dai nuclei domestici dovranno essere raccolti separatamente entro il 2025, così come i rifiuti biodegradabili che potranno essere riciclati anche direttamente nelle case attraverso il compostaggio.

Ridurre gli sprechi alimentari del 50%

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dovrebbero ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Al fine di prevenire lo spreco di alimenti, i Paesi Ue dovrebbero incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per i deputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori circa il significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.

La palla passa ora agli Stati membri per l’approvazione formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. "Per la prima volta gli Stati membri - dice Bonafè - saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili”, ha aggiunto

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