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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Superato il "picco" del consumo di petrolio. Il big britannico dei fossili: "Il futuro è delle rinnovabili"

La pandemia di coronavirus ha dato il colpo di grazia ai combustibili fossili e, insieme alle pressioni della lotta al cambiamento climatico, una forte spinta all'utilizzo di fonti pulite

La pandemia di coronavirus potrebbe avere anche delle conseguenze positive, e una di queste è che la crisi che ha comportato starebbe accelerando il passaggio dalle fonti di energia fossili a quelle rinnovabili.

A prevederlo è un report della BP, la ex British Petroleum, secondo cui la domanda di petrolio potrebbe non riprendersi mai completamente dall'impatto della pandemia e potrebbe iniziare a scendere in termini assoluti per la prima volta nella storia moderna, con il picco raggiunto nel 2019 e ora superato. L'influente rapporto annuale della compagnia sul futuro dell'energia afferma che il petrolio sarà sostituito da elettricità pulita da parchi eolici, pannelli solari e centrali idroelettriche poiché l'energia rinnovabile emerge come la fonte di energia in più rapida crescita mai registrata. Dei tre scenari ipotizzati, solo nel terzo, il più pessimista, si afferma che i livelli di consumo di petrolio rimarranno ancora costanti fino al 2035, quando inizieranno a scendere. Ma comunque si sottolinea che non aumenteranno di certo.

La pandemia dovrebbe aver contribuito alla “svolta verde” in quanto ha fermato, o comunque rallentato, la crescita economica nei Paesi in via di sviluppo che in genere stimolano la domanda di energia, mentre i paesi economicamente sviluppati come la Germania stanno mettendo in atto politiche climatiche più ambiziose e aumentando le tasse sul carbonio, stanno scegliendo di puntare sulla svolta ecologica per dare una spinta alla ripresa. Anche la crescita delle vendite di veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno, che è già in corso, peserà anche sulla domanda di petrolio. Poi ci sono naturalmente i nuovi impegni presi dai Paesi mondiali negli accordi di Parigi, che dovrebbero (se rispettati) far scendere la domanda di energie fossili.

Lo scenario medio del rapporto, che è in linea con gli obiettivi dell'accordo sul clima di Parigi di mantenere le temperature globali ben al di sotto dei 2 ° centigradi rispetto ai livelli preindustrializzati, prevede che la domanda di petrolio crollerà del 55% nei prossimi 30 anni. Nel frattempo, lo scenario più verde del rapporto, in cui i Paesi del mondo riescono a limitare il riscaldamento globale a un aumento di 1,5 °, la domanda di petrolio diminuirà addirittura dell'80% entro il 2050.

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