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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente

"Le Ong verdi sono in mano ai bianchi", la campagna antirazzista prende di mira gli ambientalisti

La bolla dell'Ue ha un problema:“ci sono troppi bianchi e il settore verde è complice”. Questo è quanto affermano le attiviste che hanno lanciato il movimento #GreenBrusselsSoWhite

L'ambientalismo è un affare per bianchi, almeno nella capitale d'Europa. E' l'accusa che arriva dalla campagna antirazzista #GreenBrusselsSoWhite secodo cui nella cosiddetta 'bolla' di Bruxelles c'è una eccessiva rappresentanza di bianchi, rispetto ad altre minoranze che non riescono a tovare voce, in diversi campo. Chloé Mikolajczak e Marianna Tuokkola, due attiviste che hanno lanciato una petizione sulla questione, sostengono che se si guarda alle istituzioni europee ci si rende conto di una chiara assenza di rappresentanza “nera” e aggiungono che “la questione va oltre e abbraccia anche le centinaia di Ong, lobby e agenzie che gravitano attorno all’Ue”.

L'accusa alle Ong verdi

Il movimento, connesso a “The Burning Case Podcast”, un’iniziativa guidata dai giovani che mira a integrare i legami tra politica e sostenibilità, punta il dito soprattutto contro le Ong ambientaliste “che svolgono un ruolo chiave nell’influenzare le politiche, soprattutto in un momento in cui il clima e la crisi ambientale sono alcune delle massime priorità dell’Ue”. L’analisi delle due attiviste sostiene che la mancanza di rappresentatività in questo senso è particolarmente problematica perché le comunità escluse sono già sistematicamente emarginate e sono quelle che portano il peso più pesante della crisi climatica ed ecologica, che tra l’altro intensifica le disuguaglianze già esistenti.

Come spiega Euractiv, gli studi dimostrano che l'ingiustizia ambientale, compreso il cambiamento climatico, ha un impatto sproporzionato sulle comunità di colore e sulle comunità a basso reddito sia nel Nord del mondo che in tutto il resto del Pianeta. Per questo, secondo il movimento, coloro che sono più colpiti dalla crisi climatica dovrebbero non solo essere al centro della lotta, ma anche guidarla. Una ricerca preliminare sul personale delle principali Ong verdi a Bruxelles condotta nell’ambito della campagna ha mostrato una chiara mancanza di diversità razziale ed etnica - in media, l'85-100% dei dipendenti al vertice delle Ong sembrano essere bianchi.

Le proposte e la petizione

Secondo Mikolajczak e Tukkola “ogni organizzazione dovrebbe avere una politica antirazzista strategica e pubblica che affronti i processi interni come il reclutamento, ma anche eventi lavoro politico e comunicazioni”. Hanno anche aggiunto che “sebbene le Ong verdi di Bruxelles non abbiano il potere di cancellare il razzismo strutturale in Europa, possono contribuire a cambiare le cose”. La proposta è che tutti gli aspetti del lavoro, interno e pubblico, vengano ristrutturati in una prospettiva antirazzista, anticapitalista, antimperialista e anticoloniale. Inoltre, i luoghi di lavoro devono essere spazi sicuri per le persone di colore e luoghi in cui tutti possano essere veramente inclusi. Insieme alla campagna è stata lanciata una petizione che verrà consegnata ai capi delle Ong verdi a Bruxelles entro il 29 marzo 2021.

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