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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

La Francia "si arrende" ai cambiamenti climatici. "Impossibile restare entro i limiti di +2C"

Anziché provare a mitigare il riscaldamento, Parigi si preparerà ad un aumento di oltre 4 gradi. Una sconfitta per gli scienziati che chiedevano un cambio di rotta

Svolta nella strategia della Francia per affrontare i cambiamenti climatici. Il Consiglio nazionale per la transizione ecologica ha appena approvato un documento in cui dichiara che il Paese si preparerà a un riscaldamento globale fino a +4°C nella Francia continentale. Queste le conclusioni cui è giunto un organismo che riunisce la società civile, imprese, enti locali, sindacati e rappresentanti eletti sulle questioni ambientali. La nuova traiettoria coinciderebbe con quella che il governo transalpino intende seguire, dopo le dichiarazioni del ministro per la Transizione ecologica, Christophe Béchu. Parigi sembrerebbe dunque essersi "arresa" ai cambiamenti climatici. Questo comporterà una rinuncia alle azioni di mitigazione, su cui sta insistendo l'Unione europea?

Traiettoria di adattamento

Mentre la Francia prepara un piano aggiornato per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, il Consiglio "propone di mantenere, per la traiettoria di adattamento al cambiamento climatico, l'ipotesi generale di un riscaldamento globale di 3°C entro la fine del secolo". Ronan Dantec, senatore della Loira Atlantica (gruppo Ecologiste, solidarité et territoires), vicepresidente della commissione specializzata del Cnte, si è rallegrato per l'approvazione unanime di questa "necessaria rivoluzione". Il quotidiano Libération lo ha interrogato su alcuni punti cruciali di questo cambio di rotta. Sui motivi che hanno spinto alla decisione di lavorare per "adattarsi" anziché per mitigare i cambiamenti climatici, ha dichiarato: "Innanzitutto perché la crisi è qui, non può più essere negata. La siccità e gli incendi della scorsa estate e l'attuale situazione di stress idrico in alcuni dipartimenti francesi sono alla base di una nuova consapevolezza", ha dichiarato Dantec.

Realismo climatico

L'eletto ha spiegato come, fino alla firma dell'Accordo di Parigi nel 2015, i politici abbiano preferito sottolineare la necessità di mitigare il riscaldamento globale per non complicare i negoziati tra gli Stati. L'obiettivo era quello di rimanere al di sotto della soglia di +1,5°C rispetto all'era preindustriale. "Ogni discorso sull'adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico era considerato sospetto, almeno per i Paesi del Nord, ma la Cop di Glasgow del 2021 segnò una svolta: divenne chiaro che l'obiettivo di + 1,5°C o addirittura + 2°C non poteva essere raggiunto. Con un aumento della temperatura media globale tra i 2,8 e i 3,2 gradi nel 2100, il realismo ha finalmente preso piede", ha concluso il politico.

Ondate di calore e tempeste

Il parere raccomanda di definire una traiettoria di adattamento +4°C per la Francia, superiore di un grado rispetto al +3°C previsto a livello globale. La differenza sarebbe dovuta al fatto che il riscaldamento è più intenso alle latitudini più alte. "Si tratta di una stima, con pochi decimi di grado, ma è soprattutto un dato effettivo, che colpisce la mente", ha affermato Dantec, aggiungendo: "Non sarà sempre più caldo di 4°C; le variazioni di temperatura saranno maggiori, con più ondate di calore e tempeste". Le sfide non saranno le stesse in tutta la Francia, che vanta anche numerosi territori d'oltremare, per gran parte dei quali l'aumento sarà più vicino ai 3°C. "La strategia di adattamento dovrà essere messa a punto in base ai territori, e questo è un esercizio intellettuale entusiasmante", ha dichiarato il politico ecologista. Libération fa notare, con preoccupazione, come sia stato il ministro per la Transizione ecologica, Christophe Béchu, a mettere nell'orbita dei media la cifra di 4°C alcune settimane fa. Presa di coscienza o resa?

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