Il suolo italiano è malato: "Lo strato fertile sta scomparendo"
Studio della Commissione Ue: il 47% dei terreni in cattivo stato di salute. La nostra produzione agricola quella che perde più valore in Europa
Il 47% del suolo italiano è insalubre. E ogni anno, l'erosione riduce la produttività della nostra agricoltura per un costo di 251 milioni di euro, la perdita maggiore tra i 27 Paesi dell'Unione europea. È quanto si legge nella valutazione di impatto allegata alla proposta di direttiva presentata oggi dalla Commissione europea che mira a ristabilire suoli sani entro il 2050: "Lo strato superiore fertile rimanente sta scomparendo rapidamente", avverte Bruxelles.
"L'uso non sostenibile delle risorse naturali dell'Ue, in particolare il degrado e l'inquinamento dei suoli, è uno dei principali motori delle crisi climatiche e della biodiversità", scrive la Commissione europea. "In particolare, il degrado del suolo è già costato oltre 50 miliardi di euro all'anno a causa della perdita dei servizi essenziali che fornisce", continua Bruxelles. "I suoli degradati riducono la fornitura di servizi ecosistemici come alimenti, mangimi, fibre, legname, ciclo dei nutrienti, sequestro del carbonio, controllo dei parassiti o regolazione dell'acqua. Inoltre, i suoli degradati intensificano la pressione sui restanti suoli sani. Tutto ciò ha un costo per gli agricoltori e influisce sulla capacità di produrre cibo sano e nutriente", avverte la Commissione.
Proprio l'agricoltura è indicata come il principale fattore di rischio per il suolo in Italia: l'80% dei terreni coltivabili è in cattivo stato di salute. Pesano la gestione insostenibile del territorio, la perdita di carbonio, l'impermeabilizzazione, la contaminazione da metalli come il rame o da azoto (causato per esempio dagli allevamenti intensivi). Sull'azoto, i problemi maggiori vengono riscontrati in Lombardia, che è tra le regioni più colpite da questo fenomeno nell'Ue insieme a quelle del Belgio e dell'Olanda, oltre alla Bretagna (Francia) e alla Catalogna (Spagna). C'è anche la desalinizzazione, che colpisce in particolare la Campania.
Stando allo studio della Commissione, l'Italia non è certo l'unica ad affrontare la perdita di terreni sani. In Germania il 59% del suolo è insalubre, in Olanda addirittura l'89%. Per il momento, Bruxelles vuole porre le basi per future azioni: nella sua proposta di oggi, la Commissione "fornisce una definizione armonizzata di salute del suolo" e "istituisce un quadro di monitoraggio completo e coerente" che dovrà servire agli Stati membri per raccogliere dati e trovare "soluzioni innovative, tecnologiche e organizzative, in particolare nelle pratiche agricole". L'obiettivo ultimo è pervenire a suoli sani nell'Ue entro il 2050.
Un obiettivo ambizioso, che la Commissione vorrebbe raggiungere attraverso un'altra proposta, la legge sul ripristino della natura, che prevede di riportare a una condizione di salute almeno il 20% dei terreni europei entro il 2030. La proposta, però, è avversata da diversi governi, tra cui l'Italia, e da buona parte del Parlamento europeo, che la prossima settimana potrebbe rigettare il testo della Commissione. Gli sforzi per ripristinare i suoli si scontrano del resto con le resistenze dello stesso settore agricolo, come si è visto in Olanda, dove gli allevatori hanno messo a ferro e fuoco il Paese dopo che il governo aveva proposto di ridurre notevolmente gli allevamenti intensivi per far fronte all'inquinamento provocato da tale attività sui terreni.