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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

L’Italia tenta di salvare la plastica monouso: “Riserva sulla direttiva Ue”

Il ministro Giorgetti ha espresso a Bruxelles le preoccupazioni di un settore importante per l’economia tricolore. La stretta sui prodotti usa e getta è già stata decisa, ma Roma chiama a raccolta i Paesi ‘ribelli’

Un tentativo in extremis per salvare l'industria della plastica. L’Italia sembra determinata a non applicare la direttiva già firmata in sede Ue per la messa al bando dei prodotti usa e getta. Una stretta decisa non solo per tutelare l’ecosistema (dal momento che parte della plastica usata finisce in mare), ma anche per ridurre l’enorme carico di immondizia europea da smaltire. Dopo la scelta della Cina di dire basta alle importazioni di rifiuti dall’estero, l’Europa sta infatti avendo sempre più difficoltà a gestire i suoi stessi rifiuti, creando tutte le condizioni per una filiera illecita, spesso a danno dei Paesi vicini

L'industria italiana degli imballaggi

Nonostante i danni all’ambiente, la plastica dà lavoro. Solo in Italia gli addetti dell’intero settore sono oltre 160mila, sparsi soprattutto tra le aziende del Nord Italia (quasi 54mila in Lombardia e 25mila in Veneto). Secondo Il Sole 24 Ore, solo i lavoratori della cosiddetta packaging valley italiana sono quasi 20mila. Un tessuto aziendale dipendente dagli imballaggi che fattura circa 5 miliardi di euro l’anno. Dati già emersi nel contesto del dibattito sulla plastic tax, e che tornano d’attualità con l’avvicinarsi dell’entrata in vigore della stretta Ue sulle plastiche monouso.

Le perplessità di Giorgetti

“Si potrebbe pensare una riserva rispetto all'entrata in vigore della direttiva”, ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al termine di una due giorni a Bruxelles densa di incontri con i massimi rappresentanti della politica europea. Tra questi c’era anche Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, nonché responsabile per l’attuazione del Green deal. Dopo l’incontro, Giorgetti ha chiarito le sue perplessità in merito alla direttiva Sup (Single use plastic, ndr), la cui interpretazione “riguarda anche settori, come quello della carta, che oggettivamente non mi sembrano così negativi sotto l'aspetto ambientale” se paragonati a “quello della plastica”.

L'appello

L’esponente della Lega ha poi precisato di riferirsi a quei prodotti “la cui componente in plastica è dell'8% rispetto al 92% di carta” e che finirebbero nel mirino delle nuove regole Ue. Di qui la decisione di opporsi l’attuazione della direttiva già scritta e che ora l’Italia è chiamata ad applicare. E “naturalmente non possiamo essere i soli a fare questa battaglia in Europa”, ha aggiunto il ministro chiamando a raccolta gli altri Paesi ‘ribelli’.

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