Sgomberati gli attivisti anti carbone: molotov e razzi contro la polizia
I manifestanti hanno occupato il villaggio di Lutzerath, al centro di una battaglia tra il governo che vuole aumentare le estrazioni per far fronte alla crisi e gli ambientalisti che si oppongono
La polizia tedesca ha iniziato le operazioni di sgombero del villaggio abbandonato di Lutzerath , occupato da attivisti ambientalisti per provare a impedire l'espansione della miniera di carbone di Garzweiler. Il progetto fa parte di un nuovo piano, richiesto dal gigante energetico Rwe lo scorso autunno e avvallato dal ministro dell'Economia Robert Habeck, leader dei verdi tedeschi, ma osteggiato dal variegato fronte ecologista del Paese. La guerra in Ucraina e la necessità di far fronte alla stretta sul gas russo hanno cambiato le priorità anche del partito ecologista, almeno nel breve termine: lo stop al nucleare è stato posticipato e la produzione di carbone è stata rilanciata.
Per questo la miniera di Garzweiler è diventata centrale e per la sua espansione è stato chiesto agli abitanti del vicino villaggio di Lutzerath, nello Stato occidentale della Renania Settentrionale-Vestfalia, di trasferirsi altrove. Ma le loro case sono state occupate negli ultimi giorni dagli ambientalisti, determinati così a impedire il progetto. Oggi però il governo ha deciso di ordinare lo sgombero dei manifestanti. Questi ultimi hanno formato catene umane, costruito una barricata con vecchi container e cantato "siamo qui, siamo forti, perché state rubando il nostro futuro. Le forze dell'ordine hanno sostenuto che alcuni attivisti hanno iniziato a lanciare bottiglie molotov e pietre.
"Rwe si appella agli abusivi affinché rispettino le regole della legge e pongano fine all'occupazione illegale di edifici, impianti e siti appartenenti a Rwe in modo pacifico", ha dichiarato l'azienda in una note, aggiungendo che "nessuno dovrebbe mettere a rischio la propria salute e la propria vita partecipando ad attività illegali". Lo sgombero è iniziato dopo la decisione del tribunale regionale di lunedì che ha confermato una precedente sentenza che dava il via libera all'evacuazione del villaggio i cui terreni e case sono state acquistate da Rwe.
Le proteste evidenziano le crescenti tensioni sulla politica climatica di Berlino, che è cambiata drasticamente dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La questione è particolarmente delicata per il partito dei Verdi, ora tornato al potere come parte della coalizione di governo del Cancelliere Olaf Scholz dopo 16 anni di opposizione tra il 2005 e il 2021. Il partito ha dato il suo assenso,come misura di emergenza, al riavvio delle centrali a carbone in disuso e il prolungamento della durata di vita di quelle nucleari, dopo che Vladimir Putin a tagliato le forniture di gas all'Europa creando una situazione che ha fatto salire i prezzi alle stelle. Su richiesta dei Verdi però il governo ha tuttavia anticipato la data di chiusura di tutte le centrali a carbone nel Nordreno-Vestfalia dal 2038 al 2030, mantenendo proprio una promessa elettorale dei Verdi. Secondo Rwe, la miniera di Garzweiler estrae circa 25 milioni di tonnellate di lignite all'anno.