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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Fondi Ue per il clima a gas e nucleare : il documento di Bruxelles che allarma gli ambientalisti

Svelato un rapporto interno della Commissione che fissa i criteri di ammissibilità per far rientrare le controverse fonti energetiche nel piano di sostegni per la transizione

Le tecnologie energetiche alimentate a gas naturale e nucleare potrebbero presto essere beneficiarie di finanziamenti Ue per la transizione verde dell’economia europea. Un documento interno alla Commissione e pubblicato ieri dalla testata Euractiv ha confermato quanto anticipato nelle ultime settimane da vari esponenti dell’esecutivo Ue, inclusa la stessa presidente Ursula von der Leyen che al termine dell’ultimo vertice europeo ha aperto al nucleare. Il rapporto diffuso dal giornale online ha messo in allarme i rappresentanti dell’associazione Wwf che hanno attaccato Bruxelles. 

“Questa proposta”, ha dichiarato Henry Eviston, portavoce di Wwf Europa “è una vergogna scientifica che infliggerebbe un colpo fatale alla tassonomia”. Il riferimento è alla decisione Ue, attesa entro fine anno, che farà chiarezza sulla classificazione (di qui il termine tassonomia) delle fonti energetiche e del loro possibile impiego nella lunga transizione ambientale che ha davanti l’Europa da qui al raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni. 

Il testo tecnico criticato da Wwf e riportato per intero da Euractiv stabilisce criteri per qualificare il gas naturale - una fonte fossile, ma comunque preferita alle alternative meno sostenibili a partire dal carbone - come fonte transitoria ai sensi delle regole sui finanziamenti ‘sostenibili’ Ue. Il gas, stabilisce il testo, verrebbe considerato come ‘pulito’, e dunque come beneficiario di fondi da Bruxelles, solo per le centrali elettriche a gas o gli impianti di cogenerazione che emettono fino a 100 grammi di CO2 (o altri gas serra) per chilowattora. Il documento circolato stabilisce anche una cosiddetta ‘sunset clause’ (ovvero una clausola di termine per i finanziamenti pubblici) al 31 dicembre 2030. Insomma, se questo documento dovesse tradursi in un atto legislativo della Commissione, il gas riceverebbe finanziamenti pubblici per l’intero decennio.

“I criteri delineati sul gas” dal documento non ufficiale proveniente dagli uffici di Palazzo Berlaymont “sono radicalmente più deboli anche di una precedente proposta della Commissione, ritirata a seguito di una protesta pubblica da parte di scienziati, istituzioni finanziarie e società civile”, si legge nella nota di Wwf. Ma a far discutere è anche quanto stabilito sul nucleare.

Nel documento le attività connesse all’energia nucleare vengono divise in cinque gruppi: produzione di elettricità (inclusa la costruzione di centrali), cogenerazione nucleare ad alta efficienza, stoccaggio delle scorie radioattive, estrazione e lavorazione dell’uranio, riutilizzo del combustibile nucleare. Il documento definisce come “attività abilitante” solo le ultime tre categorie. Di qui un’apertura all’uso di fondi Ue per alcune, ma non tutte, delle costose voci in capitolo del ciclo di produzione dell’energia nucleare. Senza dubbio si tratterebbe di una sconfitta per le tante associazioni che pretendono venga rispettato lo scopo originario della tassonomia Ue, cioè sostenere le fonti verdi e rinnovabili.

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