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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

Clima, allarme dell'agenzia Ue: "Obiettivi 2030 a rischio"

Secondo un rapporto dell'Aea, gli sforzi fatti finora dagli Stati membri non sono sufficienti a garantire la riduzione delle emissioni, fissata attualmente al 40%. Un target che le ong ambientaliste ritengono troppo basso

Il Parlamento europeo ha chiesto di portarlo al 55%. Le associazione ambientaliste vorrebbero che salisse addirittura al 65%. Ma per ora, il target di riduzione delle emissioni di Co2 per il 2030 fissato dall'Ue è fermo al 40%. Un target più moderato, che pero' rischia di non essere raggiunto. A denunciarlo è l'Agenzia europea per l'ambiente, che in un rapporto pubblicato in occasione della Cop25 dell'Onu in corso a Madrid, segnala che, con le politiche attuali promosse da Bruxelles e dai suoi Stati membri, la riduzione delle emissioni non sarà quella sperata.

Per l'Agenzia, il primo fallimento è dietro l'angolo: con ogni probabilità l'Ue non raggiungerà gran parte degli obiettivi sul mantenimento della biodiversità al 2020. Un fallimento che potrebbe essere seguito da uno ancora più grave dieci anni dopo: senza una svolta su ambiente e clima, infatii l'Ue rischia di non poter raggiungere quasi tutti i target al 2030. "L’Europa non riuscirà a centrare gli obiettivi fissati per il 2030 senza un intervento urgente, nell’arco dei prossimi dieci anni, che affronti l’allarmante tasso di perdita di biodiversità, gli effetti sempre maggiori dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali", si legge nel rapporto. 

Secondo la ong Climate Action Network, la nuova Commissione europea deve fare in modo che il New Green Deal, il documento strategico che la neopresidente Ursula von der Leyen dovrebbe presentare la prossima settimana, venga 'fissato un target di riduzione delle emissioni al 65% per il 2030 e neutralità per il 2040". "La Commissione formuli proposte di vasta portata", è l'incoraggiamento del Wwf. Greenpeace rileva che l'Ue non può continuare a "promuovere la crescita economica limitandosi a gestire le conseguenze sociali e ambientali" e serve "un cambiamento radicale dei nostri sistemi di produzione e consumo". Secondo Birdlife "il Green Deal deve rappresentare una vera inversione di marcia" per fermare la degradazione delle "risorse biologiche da cui dipendono le nostre stesse vite".

Intanto, a livello gobale, le emissioni continuano ad aumentare: nel 2019 è attesa una crescita dello 0,6%, inferiore a quella registrata nel 2018 (2,1%). A rivelarlo è un nuovo rapporto del Global Carbon Project. Nel dettaglio, le prime stime suggeriscono che le emissioni di Co2 derivanti dall'uso del carbone diminuiranno dello 0,9% nel 2019, mentre le emissioni di Co2 dal consumo di petrolio aumenteranno dello 0,9% e quelle da gas naturale del 2,6%.

Nell'Ue, le emissioni sono costantemente diminuite dell'1,4% annuo nell'ultimo decennio e dovrebbero diminuire dell'1,7% nel 2019. Negli Stati Uniti sono diminuite dell'1,1% all'anno dal picco del 2005 e tale tendenza continua nel 2019 con un calo previsto dell'1,7%. Secondo il rapporto, questi miglioramenti verranno controbilanciati in particolare dalla Cina, dove le emissioni aumenteranno del 2,6%, e dall'India. 

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