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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

La beffa del Dieselgate: 33 milioni di auto 'truccate' circolano ancora in Europa

Secondo il report pubblicato da Transport & Environment, solo un quarto dei veicoli con un livello di emissioni superiori a quelle dichiarate, e spesso fuori i limiti di legge, è stato richiamato dalle case automobilistiche come la Volkswagen

Lo scandalo Dieselgate è scoppiato 4 anni fa, ma nonostante cio' la stragrande maggioranza delle auto con livelli di emissioni 'truccati' circola ancora sulle strade europee. Con un impatto notevole sull'ambiente e la salute dei cittadini. E' quanto emerge da un report pubblicato dall'ong Transport & Environment: secondo i dati, solo un quarto dei 43 milioni di veicoli diesel altamente inquinanti che circolano in Europa è stato richiamato dalle case automobilistiche di appartenenza. 

In totale, sarebbero 33 milioni i veicoli che sono stati omologati come a basse emissioni di ossidi di azoto, grazie all'uso di dispositivi che truccavano i test prima dell'immissione sul mercato, e che invece avrebbero un 'peso' inquinante 3 volte superiore ai limiti di legge. In pratica, ci sono milioni di auto e furgoni Euro 4 in giro che circolano come se fossero Euro 6. 

Secondo gli impegni assunti all'indomani dello scandalo, Wolkswagen e le altre case coinvolte avrebbero dovuto richiamare tutti i veicoli 'truccati' per apportare delle modifiche. Modifiche che, denuncia l'ong italiana Cittadini per l'aria, "riguardano principalmente il software che comanda le centraline delle auto e risultano molto economiche per i costruttori, ma scarsamente o per nulla efficaci a ridurre le emissioni". Nonostante questo, pero', i richiami procedono a rilento e, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno altri 4 anni per terminare i richiami. Lasciando tra l'altro inalterato il problema maggiore: l'impatto inquinante di questi veicoli, per i quali sarebbe necessarie modifiche ben più profonde e costose per ridurre le emissioni.  

 “I produttori stanno beneficiando della mancanza di vera volontà politica dei governi europei nell’affrontare questo problema - dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria - Il ritardo nei richiami e la mancata adozione di rimedi ben più efficaci per ridurre le emissioni di Nox, come quelli che pur esistono e che riguardano però l’hardware dei veicoli, dimostrano che si sta tentando di mettere sotto il tappeto un problema che dovrebbe invece essere gestito con determinazione per proteggere la nostra salute. Non solo una minima quota di veicoli viene richiamata, ma si sa poco o nulla sull’efficacia degli interventi che vengono realizzati”.

Quanto all’Italia, solo il 68% delle auto Volkswagen con motore EA189 coinvolto dal Dieselgate è stato oggetto di richiamo, lasciando circolare circa 216.000 veicoli estremamente inquinanti  sulle nostre strade. Sempre nel nostro Paese, a oggi è stato richiamato solo il 63% delle auto di case produttrici diverse o equipaggiate con altri motori. Per ogni modello di auto ufficialmente assoggettato ai richiami ve ne sono tre che invece sfuggono a ogni controllo.

“I dati forniti dalle autorità italiane sono incompleti e risulta ad esempio non chiaro quali Fiat e Jeep siano state richiamate - accusa Veronica Aneris, responsabile nazionale per l’Italia di T&E - Tale lassismo è inaccettabile. I gravissimi danni alla salute derivanti da questa situazione sono ormai ben noti e la risposta del governo inadeguata. Due mesi fa insieme a Cittadini per l'aria abbiamo sollecitato il ministro Danilo Toninelli a mettere in atto misure tempestive in merito. Ci auguriamo che la nostra segnalazione venga debitamente ricevuta”, conclude Aneris. 

Il rapporto evidenzia inoltre come spesso si stia solo spostando il problema altrove. Le auto diesel inquinanti, vietate ormai in molte città dell’Europa occidentale, vengono vendute nei Paesi del centro ed est Europa, dove le normative ambientali sono meno stringenti. In queste aree il livello di richiami delle auto Volkswagen è fermo al 55%, contro l’83% dell’Europa occidentale. Basti pensare che, come riportato da T&E, nel 2017, 350.000 auto usate con motori diesel inquinanti sono state vendute passando da proprietari tedeschi a cittadini polacchi. All’interno del mercato unico le auto, una volta ottenuta l’omologazione da parte di uno stato membro, possono essere vendute ovunque. Nel 2020 entreranno in vigore nuove norme (regolamento 2018/858) sulla regolamentazione dei richiami ma si applicheranno solo ai veicoli di nuova immatricolazione, lasciando senza risposta il problema delle auto già circolanti e dei motori sporchi: l’eredità del Dieselgate.

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