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Giovedì, 28 Marzo 2024
Le decisioni / Italia

L’alleanza tra agricoltori e destra europea ha bloccato la legge Ue per tutelare la biodiversità

Respinto il regolamento per il ripristino della natura anche nel settore della pesca, ma manca ancora il voto in commissione Ambiente

Come promesso, i conservatori in Europa hanno bocciato la legge sul ripristino della natura, sia in commissione Agricoltura, che in quella Pesca. I deputati di centro-destra del Partito popolare europeo (Ppe) si sono alleati con i gruppi di estrema destra, unendo le forze con i liberali, per respingere la nuova legislazione dell'Unione europea che mira a proteggere la biodiversità ed invertire la rotta intrapresa verso il declino di questo bene essenziale. La votazione decisiva in questa materia spetta però alla commissione Ambiente. La priorità di salvaguardare clima e ambiente, come emerse nel corso delle ultime elezioni europee del 2018, sembrano ormai soppiantate da nuove esigenze emerse durante la pandemia e con la guerra in Ucraina, nonché dall'obiettivo di procacciarsi voti in due bacini elettorali sensibili come quelli dell'agroalimentare e della pesca.

Proteggere VS Produrre

Il regolamento sul ripristino della natura ha l'obiettivo di riportare ad una condizione di salute almeno il 20% delle aree terrestri e marine degradate dell'Ue entro il 2030 come pure tutte le aree ritenute bisognose di ripristino entro il 2050. La proposta era stata elaborata dalla Commissione europea, ma aveva incontrato immediatamente l'opposizione delle grandi associazioni agricole e dei pescatori, nonché di Paesi densamente popolati come il Belgio e i Paesi Bassi. "Ripristinare" significherebbe in concreto sottrarre aree rurali e marine alla produzione di alimenti o alla cattura di pesci, al fine di preservare queste aree tramite la creazione di riserve, aree marine protette o comunque di proteggere i suoli affinché non siano dedicati alla produzione.

Destra compatta

Alla schiera di chi contrastava sin da principio il regolamento, nelle ultime settimane si sono aggiunti i conservatori del Ppe. Nel corso di un meeting organizzato in Germania, gli eurodeputati di centro-destra avevano deciso di votare contro la proposta, sostenendo che il raggiungimento degli obiettivi andrà a sottrarre terra agli agricoltori. Una minaccia, la reputano, per la sicurezza alimentare. Dopo aver ottenuto da tempo l'appoggio di altri gruppi di destra, come Identità e Democrazia, la famiglia politica che in Europa accoglie la Lega, e dei Conservatori e riformisti europei, cui aderisce Fratelli d'Italia, il Ppe è riuscito a portare dalla sua anche i parlamentari del gruppo liberale Renew Europe, che a lungo erano rimasti divisi rispetto al dossier. Sono stati i loro voti ad essere determinanti per respingere la proposta. La stessa alleanza si è ripetuta in commissione Pesca.

Competenze in conflitto

La scelta di conservatori e liberali ha ottenuto subito il plauso della Copa-Cogeca, l'organizzazione ombrello che riunisce aziende e cooperative agricole in Europa. La proposta della Commissione, sostiene l'organizzazione, "non era basata sulla realtà per quanto riguarda l'approccio al non deterioramento, i criteri di non realizzazione, il finanziamento adeguato". Altra lamentela riguarda la ripartizione delle competenze. Secondo gli agricoltori, impattati in modo diretto dai contenuti della proposta, è stato attribuito troppo potere alla commissione Ambiente, in particolare sugli articoli relativi agli agrosistemi ed agli ecosistemi forestali. "Invece di minacce e accordi a porte chiuse, la Commissione europea farebbe meglio a tornare al tavolo da disegno e ad essere finalmente realistica e razionale", ha concluso la Copa-Cogeca in una nota a commento del voto. In Italia sulla stessa linea anche Confagricoltura. “Pur condividendo gli obiettivi di fondo della proposta, la sua approvazione, così come è stata formulata, avrebbe determinato una riduzione, in Ue, dei terreni agricoli di almeno il 10%", ha commentato il presidente Massimiliano Giansanti.

La Lega gioisce

In commissione Pesca il risultato è stato analogo. Proposta bocciata con uno scarto di un solo voto. Subito dopo è arrivato il commento della Lega, che ha gioito nel veder respinta la normativa voluta dall'esecutivo europeo. "In questo caso la proposta prevedeva persino che Bruxelles travalicasse le competenze dei singoli Stati membri per imporre l’aumento di aree marine protette, con obiettivi di ripristino da parte del relatore di almeno il 30% degli ecosistemi marini degradati entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050", ha commentato il partito di Salvini. Gli eurodeputati leghisti contrastano anche le linee guida del Marine Action Plan, l'altra proposta di Bruxelles che vorrebbe ridurre la pesca a strascico e rivedere i termini della detassazione dei carburanti, indispensabili per i pescherecci ma fortemente inquinanti per i mari.

Sconcerto verde

A fronte di queste posizioni, è alto lo sconcerto degli ambientalisti e di tutti coloro che speravano che la svolta verde sbandierata dall'Ue potesse trasformarsi in azioni concrete. Sabien Leemans, dell'ufficio politiche europee del Wwf, ha dichiarato che la mossa della commissione agricoltura "mette a rischio il sostentamento di tutti, in primo luogo quello degli agricoltori", perché gli ecosistemi sani aumentano la resilienza agli eventi meteorologici estremi e sostengono la produzione alimentare. "È una follia vedere gli eurodeputati mettere a rischio il futuro dell'umanità e della biosfera per assecondare l'avidità di una manciata di lobbisti industriali decisi a fare profitti sulle spalle degli oceani finché non resterà più nulla da proteggere", ha commentato Swann Bommier, responsabile dell'advocacy di Bloom, una piccola organizzazione impegnata nella tutela degli ecosistemi marini, che sostiene la proposta di regolamento con un'ampia coalizione internazionale. Il centro-destra ha proposto alla Commissione di tornare al tavolo per disegnare una nuova proposta di legge, ma ha sbattuto contro la porta chiusa da Frans Timmermans, il commissario responsabile del Green Deal europeo. Timmermans, che riveste anche il ruolo di vicepresidente dell'esecutivo europeo, ha assicurato che Bruxelles "non presenterà un'altra proposta".

Non è ancora finita

Spetta ora alla commissione Ambiente del Parlamento (Envi) votare sul regolamento, in una riunione prevista il prossimo 15 giugno. I Verdi hanno ricordato come sia questo il comitato di riferimento per la legge sul ripristino della natura, mentre "la bocciatura da parte delle commissioni consultive Agricoltura e Pesca non è vincolante". Nel frattempo i Paesi membri stanno definendo le loro posizioni sul dossier. La presidenza svedese del Consiglio sta lavorando per provare a raggiungere una posizione comune da presentare nel corso della prossima riunione dei ministri dell'Ambiente, che si terrà a Bruxelles il 20 giugno. Il voto finale degli eurodeputati è invece previsto durante la settimana di plenaria a Strasburgo del 10-13 luglio.

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