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Giovedì, 18 Aprile 2024
Strasburgo

"Salvate cuoio e pellame": la destra europea contesta la legge Ue anti-deforestazione

Dai popolari ai conservatori, da Fratelli d'Italia alla Lega, protesta contro la stretta sui prodotti stranieri che alimentano la perdita di biodiversità nel mondo

Escludere la pelle e i suoi derivati dalle nuove e stringenti regole sulla deforestazione. È quanto chiede il centrodestra europeo, dai popolari ai conservatori, da Fratelli d'Italia alla Lega, in vista del voto del Parlamento europeo sul nuovo regolamento contro la deforestazione.

Questo regolamento intende ridurre al minimo l'impatto dell'Unione europea sulla perdita di aree boschive in tutto il mondo vietando l'ingresso nel mercato Ue di prodotti specifici, come la soia e la carne bovina, connessi alla deforestazione. Per farlo la normativa andrà a imporre obblighi di “due diligence”: le aziende che importano e commerciano questi beni saranno tenute a verificare la catena di approvvigionamento ed evitare che essi siano il frutto di pratiche di disboscamento, seppur effettuate da soggetti terzi.

La proposta originale della Commissione si limitava solo a carne bovina, caffè, cacao, olio di palma, soia e legno, oltre ai loro derivati. A luglio, la commissione Ambiente del Parlamento europeo è riuscita a estendere l'ambito di applicazione, includendo gomma, mais, pollame, capre, maiali e pecore, oltre che i prodotti a base di carbone e carta stampata. Il Wwf aveva elogiato lo sforzo della commissione Ambiente, capace di aggiungere “più grinta alla definizione di 'degrado forestale' […], assicurandosi che la nuova legge copra più natura e aumenti il numero di controlli per le imprese, proteggendo anche meglio i diritti degli indigeni e dei popoli”.

In questo inizio settimana il Parlamento europeo discuterà in plenaria la legge e si tratta di capire se anche i prodotti del pellame, come il cuoio, possano rientrare nella catena dei controlli. Questo significherebbe ad esempio che anche scarpe e borse acquistate dai cittadini europei e provenienti da Paesi terzi dovrebbero essere certificate. Altro punto caldo che potrebbe essere rimesso in discussione in plenaria riguarda le istituzioni finanziarie, che gli eurodeputati della commissione Ambiente hanno voluto includere nell'ambito di applicazione del regolamento. Anche le società finanziarie con licenza dell'Ue saranno chiamate a rispettare determinati standard ed effettuare verifiche nel momento in cui prestano denaro ad aziende che raccolgono, estraggono, producono, trasformano o commerciano materie prime e prodotti derivati ​​a rischio per le foreste e gli ecosistemi.

Da quanto trapelato da un documento interno, a cui ha avuto accesso AgriFoodToday, i Verdi europei temono che singoli deputati del Ppe e del gruppo Renew Europe siano orientati a presentare emendamenti su questo punto così delicato, riducendo così la portata della legge. Secondo i calcoli effettuati da diversi studi, gli acquisti dei consumatori degli Stati membri dell'Ue contribuiscono a circa il 16% della deforestazione globale. Non solo l'Amazzonia in Brasile, ma anche “polmoni verdi” presenti ad esempio in Indonesia rischiano di sparire, aggravando ancor più la crisi climatica in corso.

La proposta di regolamento che verrà dibattuta in plenaria è il frutto di una dura battaglia, sostenuta da attivisti, scienziati, organizzazioni internazionali e rappresentanti dei popoli indigeni, ma anche di una serie di compromessi, resisi talvolta necessari per ottenere determinati risultati nonché l'approvazione di una normativa che potrebbe essere di portata storica. L'ago della bilancia sembra essere il relatore della proposta di legge, il popolare Christian Hansen, che potrebbe insistere affinché il pacchetto approvato dalla commissione Ambiente sia rispettato anche nel corso della plenaria di Strasburgo senza grosse sorprese.

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