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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

I costi del Green Deal scaricati sui più poveri: il piano Ue per un fondo sociale climatico

La Commissione annuncerà oggi il piano Fit for 55. Dalle bozze emerge l’ammissione che le nuove regole avranno conseguenze “regressive” sui bilanci delle famiglie

La giornata europea di oggi si aprirà con l’annuncio di una dozzina di proposte legislative presentate tutte in una sola volta e con un obiettivo ben preciso: ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030 del 55% (rispetto ai livelli del 1990). Quello della presentazione del piano Fit for 55 è un momento storico per la Commissione europea, come evidenziato dalle luci verdi che hanno illuminato Palazzo Berlaymont alla vigilia dell’annuncio. Si attendono ora solo i dettagli tecnici delle nuove regole ambientali Ue. Una cosa è già sicura: il principio “chi inquina paga”, già applicato all’industria, verrà presto esteso alla gran parte della popolazione, con misure che riguarderanno la benzina e gli impianti di riscaldamento. Le anticipazioni raccolte settimane fa hanno infatti trovato la conferma da parte dei funzionari della Commissione europea. Ma non tutti sono convinti che far pagare alle famiglie il costo delle emissioni causate dal trasporto stradale e dal riscaldamento delle case sia una buona idea. 

Tra i primi ad esprimersi apertamente in dissenso con questa prospettiva è stato Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, il quale ha ricordato che dall’introduzione di una simile tassa in Francia è nato il movimento dei Gilet gialli. Una misura, in altre parole, capace di creare tensioni sociali. Per evitare tale rischio, la Commissione europea avrebbe intenzione di mettere in piedi un fondo sociale per bilanciare proprio il costo delle politiche sul clima.

In una bozza del piano riportata dal giornale online Euractiv, la stessa Commissione europea ammette che estendere il sistema Ets per lo scambio delle quote di emissione avrà conseguenze “regressive” di tariffazione dell’inquinamento. In altre parole, queste politiche rischiano di colpire, in proporzione, più i poveri che i ricchi. Ad esempio, far pagare le emissioni sui combustibili per il riscaldamento “non influenzerà allo stesso modo le famiglie, ma avrebbe probabilmente un impatto regressivo sul reddito disponibile, poiché le famiglie a basso reddito tendono a spendere una quota maggiore del loro reddito per il riscaldamento”. Di qui la scelta di introdurre un fondo di compensazione. 

La Commissione europea lancerà infatti un fondo sociale per l'azione per il clima per compensare le famiglie più povere e aiutarle a passare a sistemi di riscaldamento più puliti. Il nuovo fondo fornirà ai Paesi dell'Ue risorse per sostenere "misure e investimenti destinati ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici, a effettuare ristrutturazioni edilizie e a decarbonizzare il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici, compresa l'integrazione dell'energia proveniente da rinnovabili e per finanziare mobilità e trasporti a zero e basse emissioni”, si legge nella bozza pubblicata da Euractiv.

Provvedimenti pensati per aiutare le famiglie svantaggiate, ma anche le piccole imprese e gli utenti dei trasporti che saranno particolarmente colpiti dalle nuove norme. Ma a gestire le risorse saranno comunque i Governi nazionali che dovranno presentare ogni anno a Bruxelles dei piani per l’energia e il clima nella speranza di ricevere un finanziamento della Commissione. Un meccanismo che ricorda quello del Recovery Fund. Solo che, anziché per riprendersi dalla crisi pandemica, questi soldi serviranno a fare in modo che le nuove norme ambientali dell’Ue non vadano a gravare sui bilanci delle famiglie meno abbienti. 

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