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Martedì, 16 Aprile 2024
Ambiente

Gas e nucleare investimenti verdi? L'Ue rinvia la decisione

La Commissione ha stabilito i criteri per indirizzare il grosso dei finanziamenti futuri verso le attività che contribuiscono alla lotta contro il cambiamento climatico. Ma resta l'indecisione sulle fonti energetiche da sostenere

Dirottare flussi di capitale verso attività sostenibili per premiare, anche in campo finanziario, le attività umane che non nuocciono all’ambiente. Con questo obiettivo, la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure per favorire gli investimenti in tecnologie e imprese più sostenibili e che dovrebbero aiutare l’Ue a raggiungere il traguardo delle zero emissioni entro il 2050. Il cuore del provvedimento è l’atto delegato sulla tassonomia. In altre parole, si tratta della definizione normativa di quali attività economiche contribuiscono di più al conseguimento degli obiettivi ambientali dell’Ue. Per il momento, sono rimaste fuori dal provvedimento sia l’energia prodotta con gas naturale che quella generata dalle centrali nucleari.

Nodi da sciogliere

"Il nucleare e il gas non fanno parte della tassonomia che proponiamo oggi, ma continueremo a lavorare su questi temi”, ha assicurato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, durante la presentazione del provvedimento. La questione rimane spinosa e controversa. Se da una parte le associazioni ambientaliste vogliono chiudere il rubinetto dei finanziamenti pubblici a tutte le fonti energetiche fossili, non rinnovabili e inquinanti (sia in forma diretta che tramite le scorie di produzione), dall’altra l’industria europea - e anche diversi Governi - hanno fatto notare che senza il contributo del gas e del nucleare sarà pressoché impossibile raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni di CO2. 

L'avvertimento

“Sul nucleare - ha aggiunto Dombrovskis - daremo seguito alla valutazione scientifica in corso, che ci aspettiamo venga finalizzata in estate" per arrivare a "una decisione nella seconda metà dell’anno”. “Sul gas - ha precisato il politico Ue - prenderemo in considerazione l'inclusione di alcune attività entro i limiti legali fissati dalla normativa sulla tassonomia”, che apre la strada alle attività che contribuiscono alla riduzione di emissioni nocive, ma che la chiude a tutte quelle che nuocciono significativamente all’ambiente. In altre parole, non basta che l’energia prodotta col gas naturale inquini meno delle fonti fossili tradizionali - a partire da carbone e lignite - per ricevere il sostegno Ue, ma occorre anche che la fonte energetica non faccia ulteriori danni eccessivi. "Tale regolamentazione - ha ammesso Dombrovskis - pone dei limiti piuttosto rigidi”. Un avvertimento alle lobby del settore. 

Stabiliti i criteri

L’atto per il momento adottato dal Collegio dei commissari introduce la prima serie di criteri intesi a definire le attività che contribuiscono in modo sostanziale agli obiettivi di adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione degli stessi. I criteri si basano sul parere scientifico del gruppo di esperti tecnici (TEG) sulla finanza sostenibile e sono stati definiti in seguito a un'ampia consultazione. Il campo d'applicazione dell'atto delegato ricomprende le attività economiche di circa il 40 % delle società quotate in Borsa, in settori che in Europa sono responsabili di quasi l'80 % delle emissioni dirette di gas a effetto serra. Vi sono inclusi settori quali l'energia, la silvicoltura, l'industria manifatturiera, i trasporti e l'edilizia.

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