Il ministro tedesco ha ragione: il caldo estremo mette a rischio il turismo in Italia
La parole di Lauterbach hanno scatenato le polemiche e repliche stizzite. Ma l'allarme arriva dagli stessi operatori del settore
In viaggio tra la Toscana e Roma per trascorrere le ferie come tanti suoi connazionali, il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach ha affidato a Twitter una riflessione sulla "spettacolare" ondata di caldo che ha colpito l'Italia (e non solo): "Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine". Apriti cielo: le parole hanno suscitato polemiche e stuzzicato l'orgoglio patrio (e la permalosità italica), tanto che anche la parigrado tricolore Daniela Santanché ha sentito il bisogno di intervenire. Ma se invece il ministro tedesco avesse ragione?
Il sondaggio
Quello di Lauterbach, esponente socialista di un governo in cui siedono i Verdi, non è un allarme isolato. Anzi, a dirla tutta, i primi a sollevare il rischio che le mete più popolari per le vacanze degli europei, ossia Italia e Spagna, ma anche Grecia, possano perdere importanti fette di visitatori in estate a causa del clima sempre più torrido sono gli stessi operatori turistici. Come quelli della European travel commission (Etc), organizzazione che ha tra i suo membri l'Enit, l'agenzia italiana per il turismo che fa capo proprio al ministero di Santanché.
Stando a una recente ricerca dell'Etc, il numero di turisti europei che intendono viaggiare verso destinazioni del Mediterraneo in estate e in autunno è diminuito del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Spagna, Italia, Francia, Croazia e Grecia sono ancora le destinazioni più popolari, ma luoghi come la Repubblica Ceca, la Bulgaria, l'Irlanda e la Danimarca hanno registrato un "aumento di popolarità". Anche il Regno Unito sta registrando numeri più alti del previsto sul fronte visite. "Questo può essere attribuito ai viaggiatori che cercano destinazioni meno affollate e temperature più miti", ha affermato l'Etc, segnalando che, in base a un suo sondaggio, il 17% degli europei ha valutato il clima piacevole come criterio principale per scegliere un posto dove andare, mentre l'8% era preoccupato per le condizioni meteorologiche estreme al momento della prenotazione delle vacanze.
Alla ricerca del fresco
L'Etc non è il solo a segnalare il rischio di una diminuzione dei turisti nei posti più caldi d'Europa. Un portavoce di ForwardKeys, una società di analisi del settore viaggi, ha dichiarato alla Cnn che "c'è stato uno spostamento di preferenza verso destinazioni più fresche e più settentrionali" tra i viaggiatori del Regno Unito a causa delle ondate di caldo nell'Europa meridionale. Se a inizio giugno il 62% delle ricerche di voli da parte dei britannici riguardava il Sud Europa, questa percentuale è scesa al 58% a inizio luglio, mentre le ricerche su mete nel Nord Europa sono cresciute quasi della metà.
Heute in Bologna Italien eingetroffen, jetzt geht es in die Toskana. Die Hitzewelle ist spektakulär hier. Wenn es so weiter geht werden diese Urlaubsziele langfristig keine Zukunft haben. Der Klimawandel zerstört den Süden Europas. Eine Ära geht zu Ende. https://t.co/jrSuZ7pD11
— Prof. Karl Lauterbach (@Karl_Lauterbach) July 13, 2023
Non tutti gli operatori del settore turistico danno per ora eccessivo peso a questi piccoli cambiamenti. Johan Lundgren, amministratore delegato della britannica EasyJet, ha detto in una recente conferenza stampa che l'ondata di caldo non ha dissuaso i turisti dal fare le vacanze nei soliti posti, ma ha aggiunto che la compagnia aerea ha la flessibilità di adeguare le sue rotte in futuro se le preferenze dei vacanzieri inizieranno a cambiare. Secondo l'Esa, l'agenzia spaziale europea: "Man mano che il cambiamento climatico prende piede, è probabile che ondate di calore come questa siano più frequenti e più gravi, con conseguenze di vasta portata", ha scritto in un recente rapporto.
L'Italia è avvisata: nel 2022, il 10% della nostra economia ha dipeso dal turismo, secondo il World Travel & Tourism Council.