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Venerdì, 2 Giugno 2023
Ambiente

Venti aziende producono oltre la metà dei rifiuti di plastica del mondo, Italia nella top ten

Le imprese responsabili non sono solamente multinazionali, compresi i giganti del petrolio, del gas e le industrie chimiche, ma anche società pubbliche

Sono allarmanti le scoperte di una nuova ricerca, che ha rivelato che le aziende responsabili della stragrande maggioranze dei rifiuti di plastica monouso in tutto il mondo in realtà sono solo venti, venti enormi colossi della produzione di questo materiale. Undici di queste società hanno sede in Asia, quattro in Europa, tre in Nord America, una in America Latina e una in Medio Oriente e tutte stanno notevolmente alimentando la crisi climatica, creando una catastrofe ambientale poichè da sole sono riuscite a produrre ben il 55% delle 130 milioni di tonnellate dei rifiuti di plastica monouso a livello globale nel 2019. Inoltre, secondo lo studio, condotto dalla Minderoo Foundation of Australia in partnership con Wood Meckenzie, la London School of Economics e lo Stockholm Environment Institute, tra questi venti aziende non ci sono solamente multinazionali, compresi giganti del petrolio, del gas e industrie chimiche, come si potrebbe essere portati a pensare, ma anche società pubbliche.

Il risultato principale del report è l'Indice Plastic Waste Malkers attraverso cui è stata costruita la classifica dei Paesi e delle aziende che producono maggiori rifiuti di plastica. L'Australia è in testa alla lista degli Stati, con una produzione di questo tipo di scarti di circa 59Kg pro capite, a seguire troviamo gli Stati Uniti con 44Kg e la Corea del Sud con 44Kg. L'Italia occupa il nono posto, con 23Kg di rifiuti in plastica pro capite. Per quanto riguarda invece le società, al primo posto della classifica di quelle più inquinanti in termini di plastica, troviamo ExxonMobil, con una produzione di 5,9 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno, a seguire ci sono l'azienda chimica statunitense Dow, che ne ha generati 5,5 milioni di tonnellate, e l'impresa cinese di petrolio e gas Sinopec con una quota di scarti di 5,3 milioni di tonnellate. Inoltre, la loro produzione di plastica è stata finanziata da banche leader, tra cui Barclays, Hsbc, Bank of America, Citigroup, Jpmorgan Chase e anche l'italiana UniCredit. 

Le plastiche monouso sono prodotte quasi esclusivamente da combustibili fossili e contribuiscono notevolmente alla crisi climatica. Inoltre, solo il 10%-15% viene riciclata a causa del procedimento complesso, quindi finisce per creare montagne di rifiuti. Inoltre, come riporta il Guardian, la crisi di questi scarti continua a crescere, tanto che nei prossimi cinque anni, la capacità globale di produzione di polimeri vergini per prodotti in plastica monouso potrebbe aumentare di oltre il 30%. Per altro, si prevede che entro il 2050 la plastica rappresenterà il 5-10% delle emissioni di gas serra. "Siamo vicini ad una catastrofe ambientale", hanno affermato gli autori del rapporto, aggiungendo che l'industria della plastica in tutto il mondo "ha potuto operare con una regolamentazione minima e una trasparenza limitata per decenni. "Queste aziende sono la fonte di molteplici problemi ambientali e minano il passaggio a un'economia circolare" hanno spiegato. "L'inquinamento da plastica è una delle minacce più gravi e critiche che il nostro pianeta deve affrontare", ha affermato il dott. Andrew Forrest Ao, presidente della Minderoo Foundation.  Le attuali prospettive sono destinate a peggiorare e semplicemente non possiamo permettere a questi produttori di materie plastiche derivate da combustibili fossili di continuare come hanno fatto senza controllo". 

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