"Le auto ibride non sono ecologiche, emissioni fino all'89 per cento in più di quanto dichiarato"
Secondo uno studio la guida in modalità ricarica della batteria sarebbe più inquinante. La Ong T&E: "L'Unione europea è come una sonnambula che cammina verso un altro Dieselgate"
L'Europa rischia un altro scandalo sui dati delle emissioni delle automobili, ma questa volta di quelle ibride. Per questo gli ambientalisti chiedono all'Unione europea di togliere i sussidi a questo tipo di vetture. Secondo i dati di uno studio commissionato dalla Ong per la mobilità pulita Transport & Environment (T&E), infatti, le emissioni dei veicoli ibridi sarebbero dal 28 fino all'89 per cento superiori a quelle dichiarate. L'Europa potrebbe essere una "sonnambula" che cammina "verso un altro Dieselgate", ha avvertito la Ong.
Emissioni superiori
Come racconta Euractiv nello studio sono stati testati in condizioni reali tre dei veicoli elettrici ibridi plug-in più venduti, la BMW X5, la Volvo XC60 e la Mitsubishi Outlander. I risultati hanno mostrato che le emissioni erano tra il 28% e l'89% in più rispetto a quanto dichiarato dai produttori. I ricercatori hanno scoperto anche che guidare in modalità di ricarica della batteria, invece che con una batteria piena, ha aumentato significativamente le emissioni perché con una batteria scarica, gli ibridi potevano percorrere solo da 11 a 23 km prima di superare le loro emissioni ufficiali di Co2 per chilometro. Inoltre, secondo la Ong queste stime si basano su "ipotesi eccessivamente ottimistiche” perché al di fuori del laboratorio i conducenti possono dimenticare di caricare la batteria e l'accelerazione rapida e l'uso dell'aria condizionata possono anche far passare il veicolo al motore alimentato a combustibili fossili.
False elettriche
"Le ibride plug-in sono false auto elettriche, costruite per test di laboratorio e agevolazioni fiscali, non per la guida reale. I nostri test mostrano che anche in condizioni ottimali, con una batteria piena, le auto inquinano più di quanto pubblicizzato", ha affermato Julia Poliscanova, direttrice senior per i veicoli puliti di T&E. "I governi dovrebbero smetterla di sovvenzionare queste auto con miliardi di soldi dei contribuenti", ha aggiunto. Acea, l'ente commerciale che rappresenta i produttori di veicoli europei, ha criticato lo studio T&E, affermando che il metodo di prova "non è rappresentativo dell'uso tipico di ibridi plug-in, che sono destinati a essere guidati in modalità completamente elettrica per brevi periodi giornalieri". Inoltre, "le emissioni di Co2 degli ibridi plug-in dipendono ovviamente da come vengono utilizzate dal conducente, che non è sotto il controllo dei produttori di veicoli” e, anzi, i veicoli ibridi plug-in "offrono un'eccellente transizione” verso le emissioni 0.
Le norme Ue
Sulla scia dello scandalo Dieselgate, l'Unione europea ha approvato dal 2017 test più severi sulle emissioni delle auto. E a giugno dovrà rivedere il regolamento come parte di un più ampio pacchetto di leggi europee volte a ridurre le emissioni di gas serra dell'Ue del 55% entro il 2030. L’Ong intende influenzare questa revisione e in questo senso, oltre allo stop alle agevolazioni fiscali per i veicoli ibridi, chiede all'Ue di aumentare entro il 2025 la riduzione di Co2 per le auto al 25% rispetto al 2021. Allo stato attuale, le emissioni medie di Co2 delle auto nuove dovranno essere nel 2030 inferiori del 37,5%, e quelle dei furgoni del 31%, rispetto al 2021. T&E vorrebbe che le percentuali fossero portate al 65% per entrambi. L'organizzazione chiede inoltre di fissare una data di fine per la vendita di auto alimentate a combustibili fossili, raccomandando al più tardi il 2035. L'anno scorso, il governo del Regno Unito ha anticipato al 2030 il divieto dei veicoli alimentati a benzina e diesel.