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Venerdì, 29 Marzo 2024

Embraco, Ue: "Se azienda delocalizza non è affar nostro, lo è se avviene con fondi pubblici"

La commissaria Vestager: "Fondo italiano contro casi del genere? Non conosco ancora i dettagli della proposta" di Calenda

I fondi strutturali Ue "dovrebbero servire a creare nuovi posti di lavoro, non a spostare posti di lavoro da uno Stato all'altro. Abbiamo un paio di casi che ci sono stati segnalati, naturalmente li seguiamo". Il nostro scopo è "assicurarci che non vengono spostati posti di lavoro" da uno Stato all'altro, ma "che vengano creati posti di lavoro". Lo ha detto la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, in conferenza stampa a Bruxelles, rispondendo a una domanda posta da un giornalista slovacco circa l'incontro di ieri con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, in cui si è affrontato tra l'altro il caso della Embraco, del gruppo Whirlpool, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri (Torino) per spostare la produzione in Slovacchia.

No uso fondi Ue per delocalizzare

"Prima di tutto - ha aggiunto la commissaria europea - per qualsiasi azienda può essere un'opportunità per fare affari quella di trasferirsi in un altro Stato membro. Possono avere le loro ragioni per farlo, non è assolutamente una cosa che ci riguardi". Detto questo, le delocalizzazioni produttive all'interno dell'Ue "invece ci riguardano se la cosa coinvolge i denari dei contribuenti. Nel 2014, e ancora l'anno scorso, abbiamo reso più stringenti le regole per impedire che i soldi pubblici vengano utilizzati per spostare posti di lavoro da uno Stato membro ad un altro".

"Questa è una questione fondamentale, cosa che si riflette nel fatto che abbiamo reso le regole più stringenti. Prima di conoscere l'esatto contenuto della questione, naturalmente non emettiamo alcun giudizio di sorta, ma vogliamo naturalmente che le nostre regole vengano rispettate", ha proseguito la Vestager. Sul fondo destinato a finanziare le reindustrializzazioni proposto da Calenda, ha aggiunto, "non ho alcuna valutazione per ora, perché non ho alcun dettaglio sulle idee dell'Italia" a questo proposito, "ma naturalmente, in generale, siamo sempre aperti a discutere le idee che gli Stati membri mettono sul tavolo".

Esiste già un fondo Ue contro gli effetti negativi della globalizzazione

L'idea dell'Italia, "come tale, non ci è estranea: fin dal 2007 c'è un fondo europeo creato per tentare di mitigare le conseguenze della globalizzazione, quando un'intera regione viene colpita dalla chiusura di un settore o dal trasferimento di produzioni fuori dall'Ue. Stanziamenti sono stati fatti esattamente per mitigare queste conseguenze". 

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