rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Verso il voto / Ucraina

Divisi a destra, la guerra in Ucraina condanna Salvini all'opposizione

Un sondaggio sottolinea le divisioni sul sostegno a Kiev tra gli elettori di destra: i conservatori di Meloni spingono per un maggiore impegno contro la Russia, mentre gli alleati della Lega sono su posizioni opposte

Tra la Lega di Matteo Salvini e il sogno di entrare nella futura maggioranza di governo dell'Unione europea c'è di mezzo l'Ucraina. O meglio la Russia di Vladimir Putin. È quanto emerge da uno studio realizzato dall'European council for foreign affairs (Ecfr). 

Secondo i sondaggi, i partiti di destra potrebbero ottenere ottimi risultati alle elezioni europee di giugno, che decideranno la composizione del Parlamento Ue e condizioneranno la prossima Commissione. Ma questi partiti sono divisi: da un lato ci sono i conservatori dell'Ecr, guidati dalla premier Giorgia Meloni, dall'altro i sovranisti di Identità e democrazia, di cui fanno parte il Carroccio e la francese Marine Le Pen. Guardando agli elettori di questi partiti, stando allo studio dell'Ecfr, si sono che le posizioni tra conservatori e sovranisti sulla guerra in Ucraina sono diametralmente opposte.   

In Polonia e Svezia, gli elettori rispettivamente del Pis e dei Democratici svedesi, entrambi dell'Ecr, sono fortemente favorevoli allo sforzo bellico ucraino. Il 58% e il 52% dei loro sostenitori "indicando che l'Europa dovrebbe continuare a sostenere l'Ucraina nella riconquista del territorio perduto", si legge nello studio. Di tutt'altro avviso i sostenitori dei principali alleati della Lega in Europa: il 70% degli elettori del Partito della Libertà (FPO) austriaco e il 69% dell'AfD tedesco credono invece che l'Europa dovrebbe spingere l'Ucraina verso una soluzione negoziata con la Russia. In Ungheria, l'88% degli elettori di Fidesz, il partito di Viktor Orban, condivide questa posizione. 

Queste divisioni potrebbero giocare un ruolo decisivo quando di tratterà di stringere alleanze dopo il voto di giugno: l'ipotesi di un'alleanza del centrodestra che abbracci i popolari del Ppe (il principale partito Ue), conservatori e sovranisti deve fare i conti proprio le differenti posizioni sull'Ucraina tra moderati e alleati di Meloni da un lato, e il gruppo della Lega dall'altro. C'è poi la questione dell'europeismo: il Ppe fonda le sue basi sulla fedeltà al progetto Ue e difficilmente potrebbe accettare accordi con gli euroscettici, a partire dai sovranisti. Anche tra le fila dei conservatori c'è chi, come il PiS polacco, viene visto come forza anti-Ue. Diverso, invece, il discorso su Meloni.

Lo studio sottolinea come Fratelli d'Italia sia sempre più percepito come un partito moderato e soprattutto non anti-europeo. "Fratelli d’Italia era visto in precedenza come un movimento radicale e post-fascista, ma ora è considerato piuttosto mainstream da molti in Europa, compresa la maggior parte degli elettori italiani", scrive l'Ecfr. Stando al sondaggio, solo il 15% degli elettori di FdI crede che Meloni voglia portare l'Italia fuori dall'Ue. E anche il resto degli elettori italiani ne dubita. Ecco perché, suggerisce lo studio, l'opposizione italiana farebbe bene a evitare di impostare la campagna contro Meloni descrivendo FdI come un pericolo per l'Ue.

Intanto, Salvini si appresta a serrare le file tra gli alleati di Identità e democrazia. Sabato a Roma si terrà il "Winds of Change", evento organizzato dai sovranisti europei a Roma. Saranno presente tutte le delegazioni invitate in un mix di alleati storici e recenti della Lega. Nello specifico, quelle del Rassemblement National (Francia), del FPÖ (Austria), del Vlaams Belang (Fiandre) e di Chega (Portogallo). Non ci sarà però la principale leader di Id, la francese Marine Le Pen, che invierà un video-messaggio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Divisi a destra, la guerra in Ucraina condanna Salvini all'opposizione

Today è in caricamento