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Sabato, 27 Aprile 2024
Diplomazia / Ucraina

Meloni smorza i venti di guerra: "L'Ue punta sulla protezione civile"

Il premier italiano prova ad abbassare i toni e afferma che sulle conclusioni del Vertice si è fatta "confusione". Ma il presidente del Consiglio europeo insiste: "Dobbiamo dire la verità ai cittadini"

Ma quale Consiglio di guerra, quale Europa che si prepara a un conflitto diretto con la Russia di Vladimir Putin. Chi ha capito questo ha fatto "confusione", perché al Vertice Ue di Bruxelles si è parlato soprattutto di "protezione civile". Giorgia Meloni non solo abbassa i toni bellicisti che hanno dominato la due giorni del Summit (nonostante alla riunione si sia parlato principalmente di come aumentare gli acquisti di armi nel blocco, e come sostenere sempre più l'Ucraina di Volodymyr Zelensky), ma addirittura prova a sminuire in maniera assoluta la volontà di immischiarsi in una qualsiasi forma nel conflitto.

Le conclusioni del Vertice sono state "male interpretate", non volevano significare "prepariamo i nostri cittadini perché siamo in guerra", ha detto il presidente del Consiglio parlando con i giornalisti al termine del Summit. Il leader di Fratelli d'Italia ha sostenuto addirittura che tutti i riferimenti delle conclusioni dei Ventisette erano "alle crisi intese più in rapporto al tema della protezione civile", e al fatto che in caso di crisi "dobbiamo essere più preparati nel coordinamento" per affrontarle. Insomma per Meloni "il clima che ho letto in alcune ricostruzioni della stampa non è il clima che si respirava" nella stanza in cui hanno discusso i 27 capi di Stato e di governo. Poi "è chiaro", ha ammesso, che siamo in una situazione di "conflitto e quindi non è che affrontiamo la cosa con leggerezza", ma insomma nessuno a suo avviso si starebbe mettendo già l'elmetto.

L'Europa si prepara alla guerra, ma ha un problema a trovare i soldati

Nello specifico il riferimento del premier è al paragrafo "Preparazione e risposta alle crisi', che sostiene che il Consiglio europeo "sottolinea la necessità imperativa di una preparazione militare e civile rafforzata e coordinata e di una gestione strategica delle crisi nel contesto dell'evoluzione del panorama delle minacce". Questa frase era inizialmente inserita nel capitolo della difesa, poi è stato spostato in fondo al testo, dopo che si parlava di agricoltura. Una cosa che nel mondo reale può sembrare un dettaglio insignificante, ma che nel delicato linguaggio della 'bolla europea' ha comunque il suo peso.

Ma in realtà, conclusioni o meno, i toni di guerra sono stati comunque utilizzati da gran parte degli altri leader, in primis dal presidente dello stesso Consiglio europeo. "Non vogliamo impaurire le società europee, ma dobbiamo essere franchi e dire ai nostri cittadini in tutta l'Ue che se vogliamo la pace, se vogliamo la sicurezza e la stabilità, è estremamente importante migliorare le nostre capacità di difesa e costruire una vera Unione europea della difesa", ha detto Charles Michel al termine del Vertice. "Non ci facciamo intimidire dalla Russia. I proventi degli asset russi andranno all'Ucraina in quanto vittima dell'aggressione di Mosca", ha aggiunto, riferendosi al piano per utilizzare gli interessi sui beni della Banca centrale russa, congelati in Europa, per finanziare gli armamenti per Kiev.

Ieri era stato anche l'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Josep Borrell, a gettare acqua sul fuoco, sostenendo che "non bisogna impaurire la gente inutilmente", perché "la guerra non è imminente".

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