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Sabato, 27 Aprile 2024
Favorito / Paesi Bassi

Il 'frugale' Rutte in pole per guidare la Nato

L'Alleanza nordatlantica cerca un nuovo capo per sostituire Jens Stoltenberg dal prossimo autunno. Il premier olandese è di gran lunga il favorito per sostituirlo, e lascerebbe così una situazione complessa in casa per trovarne una forse ancora più difficile

C'è aria di nuove nomine nel quartiere generale della Nato, a Bruxelles, dove si sta programmando il dopo-Stoltenberg. L'attuale segretario generale, che si è visto prorogare il mandato due anni fa, lascerà il suo posto a ottobre. E in pole position per sostituirlo c'è il primo ministro olandese uscente: il 'frugale' Mark Rutte. Il politico liberale ha oggi ricevuto tre pesanti endorsement: quelli di Stati Uniti, Germania e Francia, ed è senza dubbio il favorito nella corsa.

"Il presidente Biden appoggia con forza la candidatura del premier Rutte a prossimo Segretario Generale della Nato", ha dichiarato un funzionario statunitense. "Il premier Rutte ha una profonda comprensione dell'importanza dell'Alleanza, è un leader e un comunicatore naturale e la sua leadership servirebbe bene all'Alleanza in questo momento critico", ha aggiunto. Un alto funzionario francese pure ha affermato che anche Parigi lo appoggia, aggiungendo che il presidente Emmanuel Macron è stato uno dei primi sostenitori dell'assegnazione del ruolo all'olandese. E anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha espresso il suo supporto, ha dichiarato il portavoce del governo di Berlino. Queste aperture vanno così ad aggiungersi a quella già anticipata dal Regno Unito. 

Serve il consenso

Avere il sostegno pubblico di Washington, la potenza dominante dell'Alleanza, e delle tre grandi nazioni europee pone il liberale olandese in una posizione di netto vantaggio. Come riporta l'agenzia tedesca Reuters, tre diplomatici hanno detto che il premier olandese uscente ha attualmente il sostegno di circa 20 membri della Nato.

Ma la strada non è del tutto in discesa, visto che i leader dell'organizzazione sono nominati per consenso, il che significa che tutti i 31 membri (presto 32, con l'ingresso della Svezia) devono essere d'accordo per raggiungere una decisione finale. E i rapporti tra Rutte e Viktor Orbán non sono sempre stati idilliaci: ad esempio, l'olandese ha criticato più volte il primo ministro magiaro per le sue posizioni sulla comunità Lgbtq+ e per le violazioni dello Stato di diritto in Ungheria. 

A seconda dell'esito delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, il prossimo capo della Nato potrebbe dover affrontare un secondo mandato di Donald Trump, che a inizio mese ha attirato critiche feroci da parte dei funzionari occidentali per aver messo in discussione il suo impegno a difendere gli alleati se rieletto. Il 57enne Rutte, il leader più longevo dei Paesi Bassi (e in Europa, insieme proprio ad Orbán), durante il suo mandato ha intrattenuto buoni rapporti con diversi leader britannici, dell'Ue e degli Stati Uniti, tra cui lo stesso Trump.

In più di qualcuno si riferisce a lui chiamandolo "the Trump whisperer" (letteralmente "colui che sussurra a Trump") per il ruolo chiave nell'ammansire l'allora inquilino della Casa Bianca, giocato in diverse occasioni in cui lo strappo tra gli alleati Nato sulle due sponde dell'Atlantico sembrava pericolosamente vicino. Nel fine settimana, Rutte ha nuovamente esortato i suoi colleghi europei a "smettere di lamentarsi, piagnucolare e assillare" il tycoon newyorkese e a concentrarsi invece sul rafforzamento della difesa europea e gli aiuti all'Ucraina.

Il tempo stringe

Gli alleati, comunque, sembrano avere fretta di chiudere il dossier della successione. Da varie parti si spinge affinché il processo di selezione del nuovo Segretario termini già entro il primo trimestre di quest'anno, per evitare che la nomina diventi una merce di scambio politica nelle campagne elettorali per le europee di giugno e le presidenziali Usa di novembre. Il che significa che resta all'incirca un mese e mezzo per trovare un accordo tra i membri dell'organizzazione.

Attualmente, Rutte è primo ministro ad interim finché nei Paesi Bassi non nascerà un nuovo esecutivo, dopo che le elzioni dello scorso novembre sono state vinte a sorpresa da Geert Wilders e dal suo partito di estrema destra Pvv. Se dovesse essere nominato per guidare l'Alleanza, comunque, potrebbe continuare a rimanere in carica ad Amsterdam fino ad ottobre, quando scadrà il mandato di Stoltenberg, nella speranza che un nuovo governo di coalizione sia pronto per allora. Nel caso in cui volesse dimettersi per prepararsi al nuovo incarico, il suo partito dovrebbe invece trovare un'altra persona per sostituirlo come capo del gabinetto uscente. 

L'incognita Turchia

Ma perché la scelta ricada su Rutte, alcuni tasselli devono incastrarsi nel modo giusto. Tra questi, uno molto importante è quello turco: Ankara vorrebbe assicurazioni da Rutte affinché non vengano privilegiati i membri Nato che fanno anche parte dell'Ue. Leggasi soprattutto Grecia e Cipro, con i quali la Turchia ha decennali dispute territoriali in corso. 

Al momento l'unica sfidante ufficiale di Rutte è la premier estone Kaja Kallas, ma gli alleati sembrano poco propensi a nominare per il ruolo di vertice qualcuno proveniente dai Paesi Baltici, poiché una scelta del genere rischierebbe di mandare un segnale troppo aggressivo a Mosca, aumentando le possibilità di un'escalation militare nel Vecchio continente. Come si è visto già in diversi casi negli ultimi anni (come quello del missile russo finito in territorio polacco), la Nato sta mantenendo un atteggiamento per così dire distensivo nei confronti delle provocazioni del Cremlino: da un lato, promuove la de-escalation, dall'altro, si prepara a reagire se le cose andassero per il verso sbagliato.

L'attuale Segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, è stato nominato nell'ottobre del 2014. Precedentemente aveva ricoperto il ruolo di primo ministro della Norvegia dal 2000 al 2001 e successivamente dal 2005 al 2013, da membro del partito laburista nazionale. Il suo mandato iniziale sarebbe dovuto terminare nel 2018 ma è stato rinnovato per quattro volte: la prima nel 2018, quando è stato rinnovato fino al 2020, poi nel 2019 quando gli Stati membri hanno deciso di prorogarlo per due anni fino al 2022. Nel marzo 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, il mandato di Stoltenberg è stato prorogato di un altro anno (fino al 2023) e infine per altri 12 mesi fino all'ottobre 2024. Il penultimo rinnovo, peraltro, ha impedito all'ex-premier di insediarsi sulla poltrona di governatore della banca centrale di Oslo, che si sarebbe liberata proprio nell'autunno del 2022, un incarico che Stoltenberg aveva già accettato.

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