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Sabato, 27 Aprile 2024
L'allarme / Italia

Perché in Italia lo stato di diritto è a rischio

Il rapporto di Liberties per il 2024 sostiene che il nostro Paese è in una situazione critica, con il diritto d’asilo, libertà dei media e di protestare sotto attacco

Lo stato di diritto in Europa non può essere dato per scontato: dal 2023 i governi Ue hanno continuato a indebolire i controlli e gli equilibri legali e democratici. È la denuncia contenuta nella quinta edizione del rapporto sullo stato di diritto presentato dall’Unione per le Libertà Civili in Europa (Liberties), una rete di Ong nazionali per le libertà civili in diversi Paesi dell'Ue. Lo studio ha interessato molte nazioni, e per quanto riguarda l’Italia denuncia che "l'estrema destra è salita al potere e sta gradualmente erodendo lo stato di diritto, con un processo di decadimento che sembra essere graduale".

"Le recenti scelte legislative del governo italiano stanno portando a un restringimento dello stato di diritto", ha affermato Arturo Salerni, presidente della coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (Cild), che ha contribuito al rapporto. Il rafforzamento del potere dell'estrema destra e il governo guidato da Giorgia Meloni avrebbero creato un ambiente politico dove si è registrata "l'ulteriore regressione dello Stato di diritto nei settori del sistema giudiziario, libertà dei media e pluralismo, spazio civico e diritti umani".

Durante il 2023, il nostro Paese, secondo il report, ha vissuto un'eccezionale ondata di turbolenze nel panorama mediatico, caratterizzata da una preoccupante crescita dell'ingerenza politica e delle pressioni sul giornalismo indipendente, con attacchi diretti contro giornalisti e media, accompagnati da intimidazioni legali e restrizioni. Le Ong rilevano poi un aumento "significativo" delle restrizioni al diritto di protesta pacifica, spesso applicate in modo selettivo "alle manifestazioni a favore della Palestina e del clima". Le controversie riguardarti il diritto d’asilo e l'assenza di progressi legislativi sui diritti Lgbt+ ha generato preoccupazione sulla reale volontà del governo di promuovere la diversità e l'inclusione nella società italiana.

Il focus del rapporto si estende oltre l'Italia, coinvolgendo anche la Svezia, dove l'estrema destra ha preso il potere creando così una situazione analoga. In democrazie consolidate come Francia, Germania e Belgio, il rapporto rivela "sfide occasionali ma non endemiche allo Stato di diritto". La vera preoccupazione - osservano gli attivisti - sorge "quando c'è la possibilità che un partito estremista assuma il controllo" perché questo potrebbe portare a problemi più concreti in futuro.

Per le democrazie emergenti dell'Ue, il tragitto dello Stato di diritto "può oscillare rapidamente - verso la ripresa o il declino". Questo è evidente per la Slovacchia, dove il governo di Robert Golob, inspirato al modello ungherese, "sta sistematicamente smantellando le strutture democratiche". La Polonia si vede in una situazione più travagliata, continuando "l’intricata sfida" per ripristinare lo Stato di diritto "senza rompere inavvertitamente le stesse fondamenta giuridiche che si cerca di ripristinare". L'Ungheria, d'altro canto, mette in evidenza i "limiti dell'affidarsi esclusivamente alle pressioni e alle sanzioni dell'Ue per ottenere le riforme".

Balazs Denes, direttore esecutivo di Liberties, istiga al cambiamento e urge la Commissione europea ad agire al più presto con "procedure di infrazione o il congelamento condizionato dei fondi dell’Ue" e "in modo molto più deciso". "Non c’è bisogno di aspettare che emerga uno Stato prigioniero come l’Ungheria con un regime antidemocratico inamovibile", ha affermato.

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