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Sabato, 27 Aprile 2024
Unione europea

L'Italia potrebbe spendere 450 miliardi per armare l'Ucraina

La proposta del Ppe, il principale partito europeo: lo 0,25% del Pil degli Stati per comprare armi. Von der Leyen: "Produrremo 2 milioni di munizioni all'anno entro il 2025"

Un impegno "pari allo 0,25% del Pil da parte di ciascuno Stato membro dell'Ue per armare l'Ucraina" e per vincere la guerra contro la Russia. È la proposta avanzata dal Ppe, il Partito popolare europeo, la principale forza politica dell'Ue. Una proposta che potrebbe entrare nell'agenda della prossima Commissione europea e che costerebbe all'Italia circa 450 miliardi.

"Viviamo in tempi estremamente difficili ed è necessaria un'azione immediata per prevenire sfide ancora più grandi nel prossimo futuro", ha spiegato in una nota Rasa Jukneviciene, vicepresidente del gruppo Ppe all'Eurocamera e responsabile per la sicurezza e la difesa. "Un impegno pari allo 0,25% del Pil da parte di ciascuno Stato membro dell'Ue per armare l'Ucraina sarebbe sufficiente per garantire che possa vincere questa guerra", aggiunge.

Secondo Jukneviciene, non si tratta solo di aiutare Kiev: "Dobbiamo essere pienamente preparati per affrontare sia attacchi convenzionali che ibridi. Se non fermiamo Putin in Ucraina, sarà certamente tentato di spingersi oltre e mettere alla prova le linee rosse e la nostra determinazione. Non dobbiamo temere la sconfitta del regime di Putin, perché è l'unico modo per raggiungere una pace sostenibile nel continente europeo", ha aggiunto. 

Da tempo, il Ppe sta facendo pressioni per aumentare la capacità di difesa europea. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, esponente del partito popolare e candidata da poco dal Ppe per un secondo mandato, ha annunciato che presenterà una strategia ad hoc per aumentare la spesa e la produzione militare. "Uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa. Proprio come abbiamo fatto con vaccini o con il gas naturale", ha spiegato von der Leyen nel corso di un intervento al Parlamento europeo. Tra gli obiettivi c'è quello di "raddoppiare all'incirca la produzione europea di munizioni, portandola a oltre 2 milioni di proiettili all'anno entro la fine del 2025", ha spiegato la leader Ue.

Sullo sfondo di questa spinta alla spesa militare ci sono non solo le minacce provenienti dalla Russia, ma anche il rischio di un disimpegno degli Stati Uniti dalla difesa in Europa, rischio ancora più concreto in caso di vittoria alle prossime presidenziali di Donald Trump. I Paesi baltici temono che Putin possa sferrare un attacco nei loro territori. L'Estonia ha proposto di creare un fondo Ue per la difesa alimentato con bond emessi da Bruxelles, un po' come fatto con il Recovery fund. 

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