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Domenica, 28 Aprile 2024
Il documento / Grecia

L'inutilità della guardia costiera europea da 800 milioni all'anno: "Non può salvare vite"

Un'indagine punta il dito sul ruolo di Frontex e dei governi Ue nel naufragio di Pylos, dove sono morte 600 persone

Sulla carta dovrebbe essere una "guardia costiera" e dunque avrebbe "il dovere di contribuire a salvare vite umane in mare". Ma le "mancano gli strumenti per farlo". Detto in altri termini, è inutile allo scopo, come purtroppo ha dimostrato il tragico naufragio della nave Adriana avvenuto nel giugno scorso al largo delle coste greche, che ha provocato la morte di oltre 600 persone. È quanto emerge dalle conclusioni dell'indagine della Mediatrice europea Emily O'Reilly su Frontex, l'Agenzia della guardia di frontiera e costiera dell'Ue.

I compiti di Frontex

Frontex ha un budget annuale di circa 850 milioni di euro. Tra i suoi compiti, ha quello fondamentale di svolgere "operazioni congiunte con le autorità degli Stati membri dell'Ue, fornendo supporto per la gestione delle frontiere e l'applicazione della legge" e "ad assistere nelle attività di ricerca e salvataggio". Per far questo, l'agenzia "dispone di mezzi marittimi (imbarcazioni) e mezzi aerei (aerei sia con equipaggio che a pilotaggio remoto), che prendono parte alle attività definite in un 'piano operativo'". Le imbarcazioni, però, sottolinea la Mediatrice europea, "in genere potrebbero non avere la capacità tecnica per impegnarsi in operazioni lontane dalle acque costiere, ad esempio nelle più ampie regioni SAR degli Stati membri, che coprono acque internazionali".

La tragedia di Pylos

Ma questo non è l'unico problema. Come purtroppo ha dimostrato il naufragio dell'Adriana al largo del porto greco di Pylos. Secondo i documenti esaminati durante l'indagine, Frontex ha presentato in quell'occasione quattro offerte separate per assistere le autorità greche fornendo sorveglianza aerea dell'Adriana, ma non ha ricevuto risposta. "Le norme attuali implicano che a Frontex non fosse consentito recarsi presso la sede dell'Adriana nei periodi critici senza il permesso delle autorità greche - si legge nel documento - Di conseguenza, Frontex è intervenuta sulla scena dell'Adriana solo due volte: una volta brevemente in aereo, due ore dopo che le autorità italiane avevano lanciato l'allarme sull'Adriana, e poi 18 ore dopo con un drone, dopo che la barca era già affondata".

Nessun responsabile

La guardia costiera europea, dunque, non ha agito tempestivamente, e anche volendo, dipende comunque dal via libera degli Stati membri, in questo caso la Grecia, per intervenire. L'indagine ha inoltre dimostrato che Frontex "non dispone di linee guida interne sull'emissione di segnali di emergenza (ad esempio le chiamate del Mayday), e che ha dei gravi limiti nel valutare il tipo di emergenza cui si trova di fronte.

"Dobbiamo chiederci perché una barca così evidentemente bisognosa di aiuto (la Adriana, ndr) non ha mai ricevuto quell'aiuto nonostante un'agenzia dell'Ue, le autorità di due Stati membri (Grecia e Italia, ndr), la società civile (ong del mare, ndr) e navi private fossero a conoscenza della sua esistenza", si domanda la Mediatrice. "Perché le segnalazioni di sovraffollamento, apparente mancanza di giubbotti di salvataggio, bambini a bordo e possibili vittime non sono riuscite a innescare tempestivi sforzi di salvataggio che avrebbero potuto salvare centinaia di vite", aggiunge O'Reilly.

La conclusione è un netto atto di accusa a Ue e Stati membri: "Frontex include la parola 'guardia costiera' nel suo nome, ma il suo attuale mandato e la sua missione chiaramente non sono all'altezza di ciò". scrive la Mediatrice. Ma "se Frontex ha il dovere di contribuire a salvare vite umane in mare, ma mancano gli strumenti per farlo, allora è chiaramente una questione di competenza dei legislatori dell'Ue", aggiunge.

Attribuire delle responsabilità precise, in questo come in altre tragedie (si pensi a quella di Cutro, citata nell'indagine, è però pressoché impossibile, dato che a oggi "non esiste un unico meccanismo di responsabilità a livello Ue che possa indagare in modo indipendente sul ruolo delle autorità greche, sul ruolo di Frontex e sul ruolo della Commissione europea". 

Per questo, la Mediatrice invita Bruxelles a istituire una "commissione d'inchiesta indipendente per valutare le ragioni del gran numero di morti nel Mediterraneo e per trarre insegnamento dal naufragio dell'Adriana". Dopo quasi otto mesi sa quella tragedia, "non è stata apportata alcuna modifica" a livello Ue "per evitare che un simile incidente si ripeta", sottolinea O'Reilly. Eppure, l'occasione per farlo c'era: la riforma delle regole Ue sull'immigrazione appena varata dai governi europei. 

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