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Sabato, 27 Aprile 2024
Pene più severe

D'ora in poi chi inquina rischia fino a dieci anni di prigione

Approvata la direttiva Ue sui crimini ambientali, che include il commercio illegale di legname e l'esaurimento delle risorse idriche. Responsabilità anche per i dirigenti delle imprese

Ci saranno pene più severe per contrastare la criminalità ambientale. Il Parlamento europeo, in plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale. La nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Il testo prevede nuovi reati tra cui figurano il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell'Ue in materia di sostanze chimiche, come pure l'inquinamento provocato dalle navi. I deputati hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti "reati qualificati", vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all'ecocidio. In questa categoria rientrano ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.

Prigione per i reati più gravi

I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d'impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati, il massimo previsto è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l'ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie. Dal punto di vista economico, per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o al 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.

Tutela degli informatori 

Durante i negoziati con i governi degli Stati membri dell'Ue, i deputati hanno ottenuto l’introduzione di sostegno e assistenza nel contesto dei procedimenti penali per gli informatori (i cosiddetti whitleblower) che denunciano reati ambientali. Inoltre, hanno introdotto l'obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell'ordine, giudici e pubblici ministeri, di redigere strategie nazionali ed organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.

Criminalità ambientale in crescita

La criminalità ambientale è la quarta attività criminale al mondo e una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme al traffico di droga e armi e alla tratta di esseri umani. Nel dicembre 2021, la Commissione aveva presentato una proposta per rafforzare la protezione dell'ambiente attraverso il diritto penale, con l'obiettivo di contrastare il numero crescente di reati ambientali.

"È giunto il momento che la lotta alla criminalità transfrontaliera assuma una dimensione europea, con sanzioni armonizzate e dissuasive che impediscano nuovi reati ambientali. Con questo accordo, chi inquina paga", ha dichiarato il relatore della legge Antonius Manders dei partito popolare europeo. L'eurodeputato olandese ha aggiunto: "Qualsiasi dirigente d'impresa responsabile di provocare inquinamento potrà essere chiamato a rispondere delle sue azioni, al pari dell'impresa. Con l'introduzione del dovere di diligenza, poi, non ci sarà modo di nascondersi dietro a permessi o espedienti legislativi". Gli Stati membri avranno poi due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.

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