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Sabato, 27 Aprile 2024
Verso le europee 2024

Salvini sorpassa Meloni in Europa: l'ultradestra vola nei sondaggi

Secondo le ultime proiezioni, la Lega e i suoi alleati potrebbero essere la terza forza dell'Eurocamera. Salvini: "In Ue serve la stessa maggioranza che c'è in Italia"

Appena un anno fa, sembrava che il vento in poppa fosse calato definitivamente a favore dei "vicini" di emiciclo considerati meno estremisti e con un piede già dentro l'establishment europeo. Ma negli ultimi mesi, i sondaggi sono tornati a dare segnali positivi, e il recente e ampio successo del Partito della libertà di Geert Wilders in Olanda ha fatto registrare il sorpasso nel derby a distanza tra le destre Ue e quelle italiane: a sei mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, il gruppo Identità e democrazia (Id) di Matteo Salvini è accreditato tra gli 85 e gli 87 seggi sui 705 in palio. Una ventina in più rispetto a un anno fa. E soprattutto cinque in più dell'Ecr, il gruppo dei conservatori europei guidato dalla premier Giorgia Meloni.

Il fattore Wilders

Il sorpasso, come dicevamo, è legato senza dubbio alla crescita notevole del partito olandese di Wilders. Il quale potrebbe anche essere il primo della famiglia Id a mettere un piede dentro il vero centro decisionale dell'Ue, ossia il Consiglio degli Stati membri. Se eletto premier (cosa non scontata vista la situazione del panorama politico nei Paesi bassi), Wilders rappresenterebbe la fine dell'esclusione dell'ultradestra europea dai luoghi di comando, e potrebbe fare squadra con il premier ungherese Viktor Orban, oltre che con la stessa Meloni lì dove avviene l'ultimo atto dei lunghi e travagliati iter legislativi di regolamenti e direttive Ue, e delle scelte in politica estera come quelle relative al conflitto in Ucraina.

Alleati a Roma, divisi a Bruxelles

Questa eventualità, unita alla folta presenza nel Parlamento europeo, potrebbe ridisegnare gli equilibri politici Ue più di quanto non era stato prospettato finora. Se si guarda ai sondaggi di un anno fa, infatti, il gruppo Id veniva dato in crisi, mentre l'Ecr era in grande spolvero. Questo lasciava presagire la possibilità di un'alleanza tra i conservatori di Meloni e il principale partito europeo (e di centrodestra), i popolari del Ppe (di cui fa parte Forza Italia). L'alleanza, per creare una maggioranza stabile di governo tra Bruxelles (sede della Commissione Ue) e Strasburgo (sede dell'Eurocamera), avrebbe dovuto tenere conto anche dei liberali di Renew (che fanno riferimento per lo più al leader francese Emmanuel Macron) e dei socialisti di S&d (il gruppo del Pd). In questo assetto, non c'era posto per Id, intorno ai quali vige da sempre un rigido cordone sanitario che esclude Salvini e i suoi alleati dai posti chiave in Europa. 

L'obiettivo di Salvini

Per mesi, la Lega ha denunciato queste prospettive di alleanza come un'anomalia politica: se Id è insieme a Ecr (Meloni) e Ppe (Forza Italia) a Roma, perché non dovrebbe esserlo anche in Europa? Una domanda che suona anche come uno slogan in chiave Europee per accreditare il Carroccio come l'unico vero partito di destra anti-establishment in Italia. Ma adesso, il quadro sembra cambiato. "L'obiettivo è creare una maggioranza" in Europa senza veti, "senza esclusioni e senza pregiudizi" che "non abbia i socialisti al suo interno e questa è la prima storica occasione in cui il centrodestra potrebbe avere i numeri per farlo", ha detto pochi giorni fa Salvini. Un obiettivo che a pochi mesi dalle elezioni non sembra più così da fantapolitica.

L'ultradestra sugli scudi

Il gruppo Id è in crescita, e non solo in Olanda: l'Afd vola nei sondaggi in Germania, Marine Le Pen sembra attualmente l'unico leader francese in grado di poter puntare con successo all'Eliseo, e anche Vox, nonostante la battuta di arresto alle ultime elezioni spagnole, conta di portare al Parlamento Ue una sostanziosa pletora di deputati. Si metta nel computo anche Belgio e Finlandia, dove le forze di ultradestra fanno presagire buoni risultati alle urne, ed ecco spiegato perché Id potrebbe diventare anche il terzo gruppo politico dell'Eurocamera dopo popolari e socialisti.

La crisi dei partiti di maggioranza

Le proiezioni su seggi, infatti, vedono Salvini e soci non solo superare l'Ecr, che sconta la sconfitta alle urne dei suoi azionisti di maggioranza, i polacchi del Pis, ma anche contendersi la terza piazza nell'emiciclo di Strasburgo con i liberali di Renew (accreditati tra gli 82 e gli 89 deputati). Proprio i liberali potrebbero essere la chiave di volta per un'inedita maggioranza di centrodestra che spinga i socialisti all'opposizione, come vorrebbe Salvini (attualmente, l'Ue è governata da una grande coalizione tra Ppe, S&d e Renew). Macron (che non accetterebbe mai di sedere allo stesso tavolo con Le Pen) è da tempo in crisi di gradimento, mentre l'altro uomo forte del gruppo, l'olandese Mark Rutte (acerrimo rivale di Wilders), ha lasciato la politica. Una situazione che potrebbe spingere un pezzo dei liberali a più miti consigli nei confronti di Id.

Prove di intesa

Del resto, negli ultimi mesi, la Lega e i suoi alleati hanno in più di un'occasione fatto squadra al Parlamento europeo con popolari, conservatori e buona parte dei liberali. È successo in occasione dell'approvazione delle leggi del Green deal, come avvenuto di recente sullo stop al taglio dei pesticidi in agricoltura. E anche al Consiglio degli Stati membri, ci sono stati dei primi segnali di intesa: per esempio, sullo stop alle auto a benzina e diesel, come sulla direttiva per la ristrutturazione delle case, Salvini e liberali (soprattutto tedeschi) hanno trovato, con successo, un terreno comune con il resto del centrodestra.

Wilders rilancia la destra europea

Ma un conto sono le alleanze tattiche di breve periodo, un altro le strategie di lungo termine. Dentro il Ppe diverse forze guardano già con timore all'Ecr, e non potrebbero accettare un'ulteriore virata a destra. Stando ai sondaggi, popolari, socialisti e liberali hanno ancora i numeri per mantenere in piedi l'attuale maggioranza. Ed è questa la coalizione che, tuttora, ha le chance più alte di successo. A chi allargarla, magari con supporti esterni, è il vero nodo che solo il voto di giugno prossimo, e non i sondaggi, scioglierà.

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