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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Il Piano Juncker porta 30 miliardi all'Italia, ma leghisti e grillini votano contro", l'attacco di Danti (Pd)

Gli eurodeputati del M5S e della Lega votano contro il prolungamento del Piano che ha l'Italia come secondo beneficiario. Polemica anche dalle associazioni ambientaliste: ancora soldi per progetti ad alta intensità di carbonio

"Grillini e leghisti, Salvini in testa, sempre uniti contro gli interessi dell'Italia e contro le nostre imprese". L'eurodeputato del PD Nicola Danti imbraccia il voto di Strasburgo sul prolungamento fino al 2020 del Fondo EFSI, meglio conosciuto come il "Piano Juncker" per gli investimenti, per sparare contro la delegazione grillina e leghista al Parlamento Ue, ree di votare a favore dell'emendamento 4, quello che proponeva proprio la soppressione del Piano, di cui l'Italia è grande beneficiaria.

"Investimenti per oltre 30 miliardi in Italia, chi dice no?" 

"Il Fondo Juncker - scrive in una nota Danti - ha rappresentato una grande risorsa per l'Italia sia negli investimenti nelle grandi opere infrastrutturali che nel sostegno alle piccole e medie imprese per innovazione e sviluppo". "L'Italia in questi anni - continua l'eurodeputato del Pd - ne è stata il secondo maggiore beneficiario in Europa, con operazioni da oltre 5 miliardi di euro che hanno innescato investimenti per più di 30 miliardi nel nostro Paese". "Indovinate - conclude - chi ha votato contro, chiedendo la soppressione totale del fondo? Sempre loro: grillini e leghisti, Salvini in testa, sempre uniti contro gli interessi dell'Italia e contro le nostre imprese".

Polemiche su Piano Juncker anche da ambientalisti

Un voto, quello del Parlamento Ue sul Piano Juncker, che ha sollevato anche altre polemiche. Una rete di ONG ambientaliste, il CAN, Climate Action Network, punta il dito contro Strasburgo per aver dato l'ok ad un programma di investimenti che punta ancora troppo su progetti ad alta intensità di carbonio, soprattutto nel settore dei trasporti.

Uno studio realizzato da Bankwatch "rileva che il 75% degli investimenti del fondo nel trasporto è andato a progetti ad alta intensità di carbonio come autostrade, aeroporti e l'industria automobilistica", un approccio che Strasburgo, con il voto di oggi, accusano gli ambientalisti, ha convalidato e prolungato per altri 3 anni, in barba agli impegni presi in sede di riduzione delle emissioni di CO2

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