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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Governo e Pd fanno il gioco di Sky e Mediaset, non della Rai. L'accusa di Bruxelles sui diritti on line

Il no di Franceschini e degli eurodeputati Pd all'apertura del mercato Ue ai prodotti radiotelevisivi online non di attualità irrita la Commissione Ue. Il vicepresidente Ansip: discriminati 2 milioni di italiani che vivono all'estero ed è un favore agli operatori privati.

Un lavoro di squadra di governo e Pd a tutela della produzione audiotelevisiva nostrana o un favore a Sky e Mediaset contro gli interessi del servizio pubblico, ossia della Rai? L'opinione contraria di Franceschini nel Consiglio dei ministri della cultura e quello degli eurodeputati del Pd nella Commissione giuridica del Parlamento Ue contro la proposta di Bruxelles di aprire le frontiere della fruizione radio-televisiva nella Ue ai contenuti non solo di attualità, semplificando la vendita dei diritti d'autore in più paesi in contemporanea, non è andato giù ad Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione Ue e responsabile al mercato digitale.

Programmi criptati per 2 milioni di italiani che vivono all'estero

I "2 milioni di italiani" che vivono in un altro Paese Ue devono poter vedere on line almeno la metà dei programmi tv come show, reality o fiction 'made in Italy' preferiti, che finora sono sempre stati criptati. Mantenendo i legami con la cultura d'origine in modo legale, con i diritti pagati e gli autori remunerati, senza essere discriminati e "trattati come se fossero traditori". Questo l'attacco lanciato da Ansip, attraverso un'intervista all'Ansa. Obiettivo dell'attacco, appunto il governo italiano e gli eurodeputati del Pd, schieratisi contro l'apertura del mercato. 

Un favore a Sky e Mediaset

"Chi trae beneficio da questa situazione?", si chiede Ansip nell'intervista, "non i cittadini, e nemmeno gli autori", la sua risposta, e per di più "la Rai sostiene le nostre idee", così come le altre reti del servizio pubblico d'Europa che hanno espresso il loro supporto attraverso l'associazione europea Ebu. Contro sono invece le tv commerciali, riunite sotto l'egida dell'associazione Act, di cui fanno parte anche Sky e Mediaset.

Le ragioni del Pd

“La delegazione italiana del Pd", affermava l'eurodeputato Enrico Gasbarra il 21 novembre scorso, subito dopo il voto in Commissione giuridica, "ha bloccato la proposta di Regolamento Sat-Cab. La nostra posizione a tutela della produzione indipendente audiovisiva, che è un settore strategico per il nostro Paese, completa nella Commissione giuridica titolare per competenza, il grande lavoro svolto in precedenza dalla capodelegazione Patrizia Toia in Commissione Itre, da Silvia Costa in Commissione Cultura, e da Nicola Danti in Commissione Imco". 

L'ira della Commissione Ue

Insomma un vero e proprio lavoro di squadra a favore "del principio di esclusività territoriale", quello del Pd e del governo, che irrita assai Bruxelles. "C'è un'immagine troppo in bianco e nero" della questione, afferma ancora Ansip all'Ansa, che spiega: "Non si tratta dei contenuti 'premium', i broadcaster hanno il diritto di scegliere cosa rendere disponibile e cosa no". L'obiettivo di Bruxelles, infatti, non è rendere accessibile l'ultima puntata in italiano di blockbuster internazionali come 'Il trono di spade', ma di "raddoppiare" la disponibilità online all'estero di contenuti "nazionali difficilmente esportabili". "Questo vuol dire tutelare la diversità culturale europea, aprire a un pubblico più ampio le produzioni nazionali assicurando pagamento dei diritti e remunerazione degli autori".

In teoria proprio ciò che sostengono di voler tutelare governo e Pd, sempre che non pensino piuttosto a fare gli interessi di Sky e Mediaset, la tesi, velata, della Commissione Ue. 

"Mi chiedo cosa faranno queste persone che sono contro la nostra proposta - insiste Ansip - con i 2 milioni di italiani che vivono sparpagliati negli altri Paese Ue: oggi sembra che il loro messaggio sia 'peccato, decidetevi a tornare, l'Italia vi aspetta, i traditori non meritano l'accesso ai contenuti digitali'". Ma, aggiunge Ansip, "i politici devono ricordarsi che queste persone votano, sono ancora cittadini".

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