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Domenica, 28 Aprile 2024
Lavoro

Gli Usa chiedono di sospendere i brevetti sui vaccini, Bruxelles apre (ma difende il libero mercato)

Von der Leyen si dice "disponibile a discutere" l'idea della Casa Bianca di permettere la produzione di dosi a case farmaceutiche diverse da quelle che hanno sviluppato i medicinali. Ma in precedenza Usa e Ue erano unite nel contrastare la stessa proposta avanzata dall'India

Ursula von der Leyen questa mattina si è detta “pronta a discutere” la proposta statunitense di sospensione dei brevetti sui vaccini. Una mezza apertura, quasi di rito, per rispondere al comunicato piombato ieri sera sulle scrivanie dei Governi europei, evidentemente sorpresi dal cambio di passo dell’amministrazione Biden. Tramite la rappresentante Usa per il Commercio, Katherine Tai, la Casa Bianca ha fatto sapere di essere favorevole a un meccanismo di rinuncia globale alla protezione dei brevetti sui farmaci anti-Covid. 

Il 'no' all'India

In altre parole, si tratta del via libera alla produzione di vaccini anche da parte di case farmaceutiche diverse da quelle che li hanno sviluppati. Persino i Paesi in difficoltà, come l’India, potrebbero intervenire con la produzione statale di massa per far fronte all’emergenza, se solo alla proposta degli statunitensi dovesse seguire una decisione in tal senso in sede Wto. Non è la prima volta che l’Organizzazione mondiale del commercio dovrà occuparsi del tema. Del precedente tentativo di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale - che avrebbe dato il via libera alla produzione di Stato dei vaccini - si erano fatti portavoce il Sudafrica e la stessa India. I Governi di Nuova Delhi e Pretoria, appoggiati da oltre cento Paesi a basso reddito o in via di sviluppo, si erano però visti chiudere la porta in faccia dagli Usa e dall’Ue. 

Le ragioni Usa-Ue contro la sospensione dei brevetti

Gli alleati transatlantici, opponendosi alla sospensione dei brevetti, prendevano per buone le promesse dell’industria farmaceutica. Quest’ultima si impegnava ad aumentare, nel più breve tempo possibile, il ritmo di produzione delle dosi. Nel mentre, la presidente della Commissione ha garantito più volte sull’inefficacia della sospensione della proprietà intellettuale dei vaccini, che appartiene alle case farmaceutiche che li hanno sviluppati. Von der Leyen ha dichiarato in più occasioni che il vero nodo da sciogliere è quello dell’approvvigionamento delle materie prime per produrre le dosi e delle barriere al commercio internazionale imposte dagli altri Paesi.

Una mezza apertura

Un concetto ribadito questa mattina durante il discorso di apertura dello Stato dell'Unione, l’appuntamento annuale organizzato dall'Istituto universitario europeo. “L’Europa oggi è la farmacia del mondo”, ha sottolineato la presidente “e apertura ed equità sono i marchi di fabbrica dell’Ue e ne siamo orgogliosi”. Di qui l’invito, dopo la generale disponibilità “a discutere” della proposta Usa, rivolto “a tutti i Paesi che producono vaccini” affinché consentano “l’esportazione delle dosi” ed evitino “misure che interrompono la catena di approvvigionamento”. Un chiaro richiamo al rispetto delle regole di libero mercato.

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