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Martedì, 19 Marzo 2024
Lavoro

Da Ue e Bce doppio “avvertimento” all'Italia: patto di stabilità ed Euro non si toccano

Prima il vicepresidente della Commissione Dombrovskis, poi il governatore Draghi, da Bruxelles e Francoforte arriva un chiaro monito al nostro Paese e al futuro governo: conti in ordine, politiche di bilancio responsabili e attenti all'instabilità politica

Nei piani alti di Bruxelles la parola d'ordine è di non interferire sull'esito delle elezioni in Italia. La vittoria del Movimento 5 Stelle e l'affermazione della Lega preoccupano non poco l'establishment europeo. E una parola di troppo in questi giorni potrebbe peggiorare il quadro dei futuri rapporti con che prenderà le redini del governo a Roma. Con ricadute anche sul resto dell'Eurozona e dell'Ue. Ma a rompere il fin qui “gelido no comment” dei vertici europei ci hanno pensato oggi il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il presidente della Bce Mario Draghi. Con dichiarazioni che sanno di avvertimento, date le promesse elettorali in campo economico di Di Maio e Salvini: il patto di stabilità e l'Euro non si toccano. E l'eventuale instabilità politica dei prossimi mesi potrebbe essere punita dai mercati. 

Il monito della Commissione Ue 

Il primo ad aprire le danze è stato il lettone Dombrovskis, considerato un falco in campo economico. E' "importante" che l'Italia mantenga la "rotta", con politiche di bilancio "responsabili", dato che ha il secondo debito in rapporto al Pil in tutta l'Ue, "dopo la Grecia", ha detto il vicepresidente dell'Esecutivo Ue. La "disciplina" dettata dai mercati finanziari "può avere un ruolo" nell'influenzare la direzione della politica economica del governo che verrà. Quindi, è importante "non creare aspettative negative", come accadrebbe se si deviasse dal percorso concordato con la Commissione per riportare in linea i conti. 

Le parole sono la risposta a una domanda di un giornalista italiano, Tommaso Gallavotti dell'AdnKronos, che gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni di Alberto Bagnai, economista e consigliere di Matteo Salvini, che ha parlato delle necessità di superare i tetti previsti per il deficit, il fatidico tetto del 3% del rapporto deficit/Pil, anche a costo di subire una procedura d'infrazione. “Nella Commissione europea – ha chiarito Dombrovskis - non commentiamo la politica di partito negli Stati membri e ora c'è un processo di formazione del governo in Italia, che si deve svolgere secondo le regole previste dalla Costituzione italiana. Per quanto riguarda il bilancio la Commissione è stata molto chiara su quelle che sono le aspettative sugli obiettivi per il deficit di bilancio dell'Italia" . Ossia riduzione del debito con “una correzione dello 0,3% del Pil come sforzo strutturale” già a partire da quest'anno. Tradotto: altro che sforamento del tetto.  

L'avvertimento di Draghi

A Dombrovskis ha fatto eco a stretto giro il governatore Draghi (che i rumors pre-voto davano tra i potenziali futuri presidenti del Consiglio): “La sostenibilità dei conti è la principale preoccupazione per i Paesi ad alto debito", ha detto riferendosi al successo di Lega e M5s, entrambi favorevoli a uno sforamento del deficit. Ma Draghi non si è fermato qui e ha messo in guardia la politica italiana da i rischi di un lungo periodo di vuoto istituzionale a Palazzo Chigi: “La reazione dei mercati all'esito delle elezioni italiane è stata limitata come avvenuto in altre occasioni quando i commentatori avevano pronosticato reazioni drastiche. Detto questo un'instabilità politica può impattare la fiducia che a sua svolta ha effetti su inflazione e output". Insomma, i mercati potrebbero punirci se non avremo un governo stabile in tempi relativamente rapidi.  

E a chi gli chiedeva delle posizioni di Salvini e Di Maio sulla moneta unica (almeno le posizioni più dure espresse a inizio campagna elettorale e poi progressivamente ammorbiditesi), il governatore ha risposto con un lapidario: “L'euro è irreversibile". 

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