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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

L'Ue vuole diritti anche per i lavoratori di Uber, Deliveroo e gli occasionali

Una direttiva punta a limitare i periodi di prova e a garantire contratti più stabili dopo sei mesi di impiego. “Bilanciare flessibilità e sicurezza”

Tutti i lavoratori devono avere dei diritti, anche quelli che lavorano con i voucher o quelli che lo fanno con le nuove piattaforme digitali come Uber o Deliveroo. I negoziatori del Parlamento e del Consigli Ue hanno raggiunto un primo accordo su una direttiva che punta a rendere le condizioni di lavoro in tutta l'Ue più trasparenti e prevedibili. I nuovi diritti sarebbero per i lavoratori occupati occasionalmente o a breve termine, i lavoratori su richiesta, quelli intermittenti, con voucher e quelli di piattaforme digitali. Secondo l'accordo, tutti quelli che lavorano più di 3 ore a settimana per quattro settimane (vale a dire più di 12 ore al mese) devono essere coperti dalla direttiva.

“Le nuove forme di lavoro offrono opportunità, ma creano anche incertezza in merito ai diritti dei lavoratori e alla protezione sociale. La direttiva introdurrà una serie di diritti minimi volti ad aumentare la sicurezza e la prevedibilità nelle relazioni tra lavoratori e datori di lavoro”, ha affermato Marius-Constantin Budăi, ministro del Lavoro e della Giustizia sociale della Romania, Paese con la presidenza di turno dell'Ue.

L'accordo provvisorio stabilisce una serie di ulteriori diritti minimi per i lavoratori, tra questi quello di poter assumere un lavoro in parallelo con un altro datore di lavoro, la limitazione del periodo di prova ad un massimo di 6 mesi, con periodi più lunghi consentiti solo nel caso in cui ciò sia nell'interesse del lavoratore o giustificato dalla natura del lavoro. Poi il diritto di richiedere, dopo almeno sei mesi di servizio presso lo stesso datore di lavoro, un impiego con condizioni di lavoro più prevedibili e sicure e di ricevere una formazione senza costi, quando tale formazione è richiesta dalla legislazione dell'Unione o nazionale. “Questi diritti minimi sono importanti per la vita di 500 milioni di europei; è una risposta alle loro aspettative e contribuirà a bilanciare la flessibilità con la sicurezza”, ha rivendicato il relatore dell'Aula, il liberale spagnolo Enrique Calvet Chambon.

La Commissione ha presentato la sua proposta nel dicembre 2017. Nel giugno 2018 il Consiglio ha adottato la sua posizione che ha costituito la base per i negoziati con il Parlamento europeo. L'accordo provvisorio sarà ora esaminato dal Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio che deve approvarlo. Il voto formale sia del Consiglio che del Parlamento europeo seguirà in una fase successiva.

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