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Martedì, 19 Marzo 2024
Lavoro

Grecia stanca della Troika: "Condizionalità nel Recovery Fund inaccettabili"

Il premier Mitsotakis afferma che il Paese non intende trovarsi di nuovo sotto una supervisione "rigorosa e impopolare" da parte della Commissione

La Grecia in passato ha già fatto tanti sacrifici in cambio dei prestiti europei e ora, per uscire dalla crisi del coronavirus, non è più disposta ad accettare un ritorno della supervisione "rigorosa e impopolare" imposta dalla cosiddetta "Troika": Unione europea, Banca centrale europea (Bce) e Fondo monetario internazionale (Fmi) come accaduto nell'epoca dei memorandum.

No condizionalità

Per questo il Paese ritiene che collegare delle condizionalità al Recovery Fund sarebbe "politicamente inaccettabile". Lo ha detto il premier greco Kyriakos Mitsotakis in un'intervista al Financial Times, sostenendo che dopo oltre un decennio di austerità "i greci sono maturati molto e ora vogliamo fare le nostre riforme" necessarie alla ripresa dalla crisi del coronavirus, ma non a tornare sotto il controllo europeo, se non per quanto riguarda le classiche revisioni dei conti pubblici dei Paesi membri fatte due volte l'anno dall'esecutivo comunitario. “Una revisione semestrale della performance economica condotta dalla Commissione europea è stata sufficiente e non sono necessarie ulteriori rigorose condizionalità", ha affermato il leader dei popolari di Nuova Democrazia.

Costretti a fare le riforme

Il premier ha ricordato quando la Grecia fu "costretta" da Bruxelles a fare le riforme assicurando che adesso il suo governo intende portare avanti autonomamente un ambizioso piano basato sulla "transizione verde e la transizione digitale", e incentivare gli investimenti, anche stranieri, anche attraverso un programma di privatizzazioni. Il negoziato per il Recovery fund "sarà difficile" ma "luglio è il mese per trovare l'accordo", ha detto dal canto suo il premier spagnolo Pedro Sanchez al termine dell'incontro avuto con il premier portoghese Antonio Costa per mettere a punto una strategia comune in vista del prossimo vertice europeo dedicato proprio agli interventi comunitari per superare la crisi. Per il socialista spagnolo il denaro messo sul piatto deve essere “almeno” quello proposto dalla Commissione, 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi a fondo perduto, ma non certo di meno.

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