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Martedì, 19 Marzo 2024
Lavoro

Tagli a regioni e agricoltura, più risorse per migranti, Erasmus e ricerca: ecco il nuovo bilancio Ue

La Commissione europea ha presentato la sua proposta per il quadro pluriennale 2021-2027. Tra le novità, il fondo per le riforme strutturali e la previsione di stop ai finanziamenti per i paesi membri che violano lo stato di diritto. Protestano (ma per motivi diversi) Austria, Olanda, Danimarca e Francia. In Italia, Pd e M5s d'accordo: fare di più per la coesione. Berlino: paghiamo tanto, lo facciano anche altri

"Un bilancio moderno al servizio di un'Unione che protegge, dà forza e difende”. Con questa parole la Commissione europea ha voluto sintetizzare la sua proposta per il bilancio pluriennale dell'Ue per il periodo 2021-2027. Quello, per intenderci, post-Brexit. 

Era chiaro che senza i fondi del Regno Unito ci sarebbero stati dei tagli, che, come preannunciato, colpiscono la politica di coesione per le regioni e l'agricoltura. Nel complesso, la proposta di Bruxelles comporta 1.279 miliardi di impegni, con aumenti per settori come la ricerca, i migranti e la difesa e programmi importanti come Erasmus. Una proposta che ha già sollevato aspre polemiche, dall'Olanda che non vuole spendere di più per “una Europa più piccola”, alla Francia, che lamenta i tagli all'agricoltura. 

La proposta della Commissione

Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, teneva cosi' tanto a presentare in anteprima la proposta di bilancio  al Parlamento europeo che ha chiesto e ottenuto di far anticipare l'inizio della sessione plenaria di Bruxelles. "Oggi è un momento importante per la nostra Unione – ha detto dopo aver scambiato un affettuoso saluto con l'euroscettico Nigel Farage - Il nuovo bilancio rappresenta l'occasione per plasmare una nuova, ambiziosa Unione a 27, con al centro il vincolo della solidarietà. Con la proposta di oggi abbiamo presentato un piano pragmatico su come fare di più con meno”. Il contrario di quanto chiedono paesi come Olanda, Austria e Danimarca, che non vogliono versare più di quanto fatto finora. Stando ai dati della stessa Commissione, pero', la quota di contributi statali al bilancio Ue si riduce dall'1,13% del periodo precedente all'1,11. 

Alle proteste del fronte anti-aumenti fa da contraltare la Germania: "La proposta della Commissione Ue comporterebbe un notevole aggravio degli oneri della Germania - fanno sapere da Berlino - Già con un bilancio Ue pari all’1 % del reddito nazionale lordo la Germania dal 2021 dovrebbe versare in media fino a 10 miliardi di euro in più l’anno. Siamo pronti ad assumere maggiore responsabilità per un rafforzamento dell’Unione europea, ma ciò deve includere un’equa ripartizione degli oneri fra tutti gli Stati membri".

I tagli a coesione ed agricoltura

La Commissione europea li definisce “risparmi”, ma di fatto saranno dei tagli sostanziali quelli che rischiano di subire le regioni e l'agricoltura: per la politica di coesione sono previsti circa 413 miliardi in sette anni, che tradotto vuol dire un taglio del 7% rispetto al periodo precedente. Alla politica agricola, invece, andranno circa 372 miliardi, con una riduzione del 5%. 

Tagli che in Italia e in Francia, tra gli altri, non sono andati giù. Sia il Pd che il M5s hanno espresso preoccupazione per la riduzione dei fondi per la politica di coesione: “Secondo le nostre stime, le regioni italiane riceveranno 3 miliardi in meno”, dice la capogruppo 5 stella al Parlamento europeo, Laura Agea. Contro i tagli all'agricoltura si sono schierati la Coldiretti italiana e il ministro francese Stéphane Travert, che ha già annunciato battaglia in Consiglio contro la proposta della Commissione

Ricerca, istruzione e digitale

Se la coperta si accorcia da un lato, dall'altro ci sono settori che ricevono più risorse. Innanzitutto, i programma di ricerca, che vedranno un aumento del 60%, secondo quanto calcola la Commissione: Horizon, il programma europeo per l'istruzione e la ricerca, salirà a circa 100 miliardi, lontano pero' dai 160 miliardi promessi da Juncker qualche mese fa. Aumenteranno anche i fondi per il digitale e quelli per la creazione di un reattore termucleare sperimentale, chiamato ITER.  

Aumenteranno anche i fondi per i giovani, in particolare per il programma Erasmus (30 miliardi in 7 anni) e per quello Interrail. Secondo la Commissione, sommando i vari programmi rivolti ai giovani, gli impegni per il settore aumenteranno del 120%.

Investimenti

Tra le novità del nuovo bilancio, c'è la proposta di semplificare e accorpare i vari fondi. Tra questi accorpamenti, c'è quello che riguarda gli investimenti: la Commissione propone la creazione del fono InvestEu che con un impegno di spesa di 15,2 miliardi per 7 anni mira a mobilitare risorse pubbliche e private pari a 650 miliardi.  

Migranti e frontiere

Altro punto centrale su cui la Commissione europea pone l'accento è l'aumento delle risorse destinate a far fronte a tutte le spese legate in qualche modo alla gestione dell'immigrazione: si passerà nel complesso da circa 13 miliardi del bilancio in corso a circa 32 miliardi per il post-2020. Il grosso della spesa andrà alla gestione dei confini e al servizio di guardia costiera, con ben 21 miliardi, mentre per l'accoglienza dei migranti e di richiedenti asilo sono previsti 10 miliardi. “Un capitolo fondamentale per un paese come il nostro, quale la gestione delle frontiere, delle migrazioni e della politica di asilo, non solo non ha subito tagli, ma le risorse sono state ampiamente incrementate – dice l'eurodeputata del Pd, Simona Bonafè - Un segnale positivo da parte della Commissione, ma sul quale riteniamo debbano esserci ulteriori chiarimenti e approfondimenti nei passaggi successivi”. 

Difesa, sicurezza e protezione civile

Un deciso aumento ci sarà anche per il settore della difesa, con 19,5 miliardi destinati nel complesso al neonato fondo europeo per la difesa (13 miliardi), al programma per la mobilità del settore militare (6,5 miliardi). Altri 4,8 miliardi saranno allocati ai programmi per la sicurezza, mentre il nuovo Meccanismo europeo di protezione civile riceverà 1,4 miliardi. 

Cooperazione internazionale

La Commissione propone anche di aumentare del 30% i fondi per la cooperazione internazionale, portandoli da circa 65 miliardi a oltre 80. Previsto anche un aumento del 20% al fondo per gli aiuti umanitari. 

Tagli ai fondi per chi non rispetta lo Stato di diritto

Tra le novità proposte dalla Commissione europea, c'è senza dubbio quella che riguarda “il rafforzamento del legame tra i finanziamenti Ue e lo stato di diritto”. Bruxelles propone “un nuovo meccanismo volto a proteggere il bilancio dell'Ue dai rischi finanziari connessi a carenze generalizzate per quanto riguarda lo stato di diritto negli Stati membri – scrive la Commissione - I nuovi strumenti proposti consentirebbero all'Unione di sospendere, ridurre o restringere l'accesso ai finanziamenti dell'Ue in modo proporzionale alla natura, alla gravità e alla portata delle carenze relative allo stato di diritto. Una decisione di questo genere sarebbe proposta dalla Commissione e adottata dal Consiglio con votazione a maggioranza qualificata”. Polonia e Ungheria sono avvertire, insomma. 

Il fondo a sostegno delle riforme strutturali

Altra novità è il nuovo programma di sostegno alle riforme che, con una dotazione complessiva di bilancio di 25 miliardi, “fornirà sostegno finanziario e tecnico a tutti gli Stati membri per la realizzazione di riforme prioritarie, in particolare nel contesto del semestre europeo”. Una misura contestata dal Movimento 5 stelle: “Il rischio è di imporre riforme incentrare sull'austerity con i fondi che sarebbero dovuti andare allo sviluppo delle regioni”, denuncia l'eurodeputata M5s Rosa D'Amato.
La Commissione Ue ha introdotto anche “una funzione europea di stabilizzazione degli investimenti che contribuirà a mantenere i livelli d'investimento in caso di gravi shock asimmetrici”. Inizialmente opererà attraverso prestiti "back-to-back" garantiti dal bilancio dell'Ue con un massimale di 30 miliardi, cui si abbinerà un'assistenza finanziaria agli Stati membri a copertura dell'onere degli interessi. “I prestiti forniranno un sostegno finanziario aggiuntivo in un momento in cui le finanze pubbliche sono sotto pressione e occorre mantenere gli investimenti prioritari”, spiega Bruxelles.

Le risorse proprie: meno ricicli, più paghi

Ispirandosi alle raccomandazioni del gruppo ad alto livello sul futuro finanziamento dell'Ue (guidato dall'ex premier italiano Mario Monti), la Commissione propone di aggiornare e semplificare l'attuale sistema complessivo delle risorse proprie e di diversificare le fonti di entrate del bilancio. Bruxelles chiede il 20% delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni; un'aliquota di prelievo del 3% applicata alla nuova base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società; un contributo nazionale calcolato in base alla quantità di rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica di ciascuno Stato membro (0,80 euro al chilogrammo).

“Queste nuove risorse proprie rappresenteranno il 12% circa del bilancio totale dell'Ue e potrebbero apportare fino a 22 miliardi l'anno per il finanziamento delle nuove priorità”, dice la Commissioni

Correzioni

L'uscita del Regno Unito dall'Ue “offre l'occasione per affrontare il complesso sistema di correzioni” e di "correzioni sulle correzioni". La Commissione propone di eliminare tutte le correzioni e di ridurre dal 20% al 10% gli importi che gli Stati membri trattengono all'atto della riscossione dei tributi doganali (una delle "risorse proprie") a favore del bilancio dell'Ue. Allo scopo di evitare però un'impennata del contributo di alcuni Stati membri, la Commissione propone di eliminare progressivamente le attuali correzioni nell'arco di cinque anni. Una cautela che comunque non ha impedito a paesi come l'Olanda di criticare fortemente questa proposta.

Che cosa accadrà ora?

Sulla base delle proposte odierne la Commissione presenterà, nelle prossime settimane, proposte dettagliate relative ai futuri programmi di spesa settoriali. La decisione sul futuro bilancio a lungo termine dell'Ue spetterà poi al Consiglio degli Stati membri, che delibererà all'unanimità, previa approvazione del Parlamento europeo. “Il fattore tempo è essenziale – scrive la Commissione - I negoziati per l'adozione del precedente bilancio pluriennale hanno richiesto troppo tempo, portando a ritardi nell'avvio dei principali programmi di spesa e il rinvio di progetti che avrebbero potuto stimolare la ripresa economica”. 

La speranza di Bruxelles è che si raggiunga un accordo prima delle elezioni del Parlamento europeo e del vertice di Sibiu del 9 maggio 2019. 

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