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Martedì, 19 Marzo 2024
Lavoro

Grossi divari tra le regioni Ue, quelle del Sud Italia tra le peggiori per reddito pro capite

Una relazione della Commissione parla di “trappola del reddito medio” alla quale la politica di Coesione al momento non riesce a porre rimedio

La politica di coesione sta avendo i suoi effetti, ma le disparità nelle regioni sono ancora elevate con l'Italia tra i Paesi in cui il Pil pro capite in alcune zone è ancora lontano dalle medie Ue e i cittadini sono bloccati in quello che Bruxelles definisce “la trappola del reddito medio”. È il quadro che emerge dalla settima relazione sulla coesione pubblicata dalla Commissione europea, pubblicata in occasione dell'apertura a Bruxelles della settimana dedicata alle Regioni e alle città europee. 

Coesione, con fondi Ue 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro

“Negli ultimi due decenni la politica di coesione ha portato a risultati concreti in tutte le regioni dell'Ue, costituendo un'importante fonte di investimenti. Ha creato direttamente 1,2 milioni di posti di lavoro nell'UE negli ultimi 10 anni, mentre in molti Stati membri crollavano gli investimenti pubblici che avrebbero dovuto sostenere la crescita”, rivendica l'esecutivo comunitario in una nota in su sottolinea che “il divario economico tra le regioni ha ripreso lentamente a ridursi”. Ma ci sono anche delle note negative e, riconosce Bruxelles, anche se “le regioni stanno crescendo”, non lo fanno tutte “allo stesso ritmo”, e così “molte regioni il cui livello di ricchezza è prossimo alla media dell'Ue sembrano bloccate in una 'trappola del reddito medio'”.
"La relazione mostra con chiarezza che l'Unione ha bisogno di maggiore coesione. Sebbene sia passata, la crisi ha evidentemente lasciato cicatrici in molte regioni, che avranno bisogno della politica di coesione per affrontare le sfide di oggi e di domani", ha dichiarato Corina Crețu, commissaria per la Politica regionale.

Le disparità tra le regioni Ue

“Nel 2015, più di uno su quattro residenti dell'Ue (27%) vivevano in una regione con un Pil pro capite, in termini di parità di potere d'acquisto, inferiore al 75% della media dell'Ue e la maggior parte di essi si trova in Stati membri dell'Ue dell'Est, della Grecia, del Portogallo, della Spagna e dell'Italia meridionale”, denuncia la relazione.
Il quadro più fosco si ha in Grecia dove la situazione è particolarmente deteriorata negli ultimi anni. “Nel 2008, tre delle 13 regioni avevano un Pil pro capite superiore al 75% della media Ue, nel 2015, solo due: l'Attica, regione della capitale Atene (95%), e Notio Aigaio (75%)”.
“Nel complesso”, afferma ancora la relazione tra il 2000 e il 2015 le maggiori riduzioni del Pil pro capite “sono state in Grecia e in Italia”, e in nel nostro Paese questo è avvenuto “sia prima che dopo la crisi”.
"La relazione del 2017 sulla politica di coesione mostra che sono necessari investimenti significativi affinché l'attuale ripresa economica possa proseguire. Tali interventi sono essenziali per cambiare le cose a favore delle nostre economie, della nostra forza lavoro e dei cittadini dell'Europa", ha concluso la commissaria all'Occupazione Marianne Thyssen. 

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