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Sabato, 27 Aprile 2024
Strage quotidiana

Morti sul lavoro, un problema non solo italiano. Ma in Ue siamo tra quelli che fanno peggio

In termini assoluti il numero di decessi nel nostro Paese è il secondo dell'Unione dopo quello della Francia, ma in rapporto alla popolazione la situazione è più grave in Romania, Lussemburgo e Lettonia

Quello delle morti sul lavoro purtroppo non è certo un fenomeno che riguarda solo l'Italia, ma gran parte dell'Europa. Il nostro Paese è però tra quelli in cui la situazione è più grave. Guardando i dati Eurostat relativi al 2018, gli ultimi disponibili in un'analisi più completa dell'ufficio di statistiche europeo, si evince la gravità del fenomeno con il nostro Paese che ha fatto segnare ben 523 decessi, una vera e propria strage, e con solo la Francia che fa peggio di noi con 615. Tra gli altri Paesi più popolosi molte morti ci sono state anche in Spagna (323), e in Germania (397), anche se quest'ultima nazione ha 83 milioni di abitanti, a fronte dei nostri 60, il che rende ancora peggiore la situazione nello Stivale.

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La media comunitaria di decessi in incidenti è di 1,77 per ogni centomila lavoratori, mentre noi siamo a 2,25. La proporzione peggiore si riscontra in Romania (4,33), Lussemburgo (4,22), Lettonia (3,27), Bulgaria (3,14), Lituania (3,5) e Croazia (3,4). Sotto la media Ue invece Malta, Slovenia, Polonia, Danimarca e Svezia con il numero di morti che rimane sotto l'uno ogni centomila lavoratori in Finlandia (0,99), Grecia (0,97), Germania (0,78) e Olanda (0,6). Come riporta l'Eurostat nella sua analisi sul 2018 nell'Ue si sono verificati 3,1 milioni di incidenti non mortali, un rapporto di circa 940 incidenti non mortali per ogni incidente mortale. Tra il 2017 e il 2018 si è registrato un aumento del numero totale di infortuni sul lavoro, circa 8. 137 in più (equivalente a una crescita dello 0,3%).

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Gli uomini hanno molte più probabilità rispetto alle donne di avere un infortunio e nel 2018, più di due incidenti non mortali sul lavoro su tre hanno coinvolto lavoratori maschi. Come sottolinea l'istituto questa differenza è dovuta soprattutto alla differenza di impiego tra i sessi, e le attività in cui operano, ma anche la maggiore percentuale di occupati tra gli uomini che tra le donne. Ad esempio ci sono molti più incidenti nei settori minerario, manifatturiero o edile, che tendono a essere dominati dagli uomini.

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