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Sabato, 20 Aprile 2024
Lavoro

L'Ue impone limiti più stringenti all'esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni

Ogni anno il 53% dei decessi legati alle condizioni di lavoro è dovuto ai tumori. Il Parlamento di Strasburgo ha approvato la nuova direttiva per la prevenzione: “Le aziende non devono farsi concorrenza sulla salute”

Ogni anno, il 53% dei decessi legati alle condizioni di lavoro è attribuito al cancro, il 28% alle malattie circolatorie e il 6% a quelle respiratorie. I tipi più comuni di questi tumori sono il cancro ai polmoni, il mesotelioma (causato dall'esposizione all'amianto) e il cancro della vescica. Per ridurre questi decessi il Parlamento di Strasburgo ha approvato in via definitiva nuove regole comunitarie più stringenti per proteggere meglio i lavoratori dall'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni sul luogo di lavoro. La direttiva aggiunge 11 sostanze cancerogene all'elenco di prodotti soggetti a limiti di esposizione.

“Ci sono voluti oltre dieci anni di pressioni per ottenere un'agenda più ambiziosa. I lavoratori devono sapere che sono tutelati e che le aziende non si fanno concorrenza sulla loro salute. L'Unione europea ha bisogno di un'agenda sociale più forte e questo è un buon inizio. Il cancro è il più grande killer sul posto di lavoro e noi continueremo a combatterlo", ha dichiarato la relatrice per l'Aula Marita Ulvskog. La direttiva, approvata con 540 voti in favore, 6 voti contrari e 119 astensioni, dovrà ora essere formalmente confermata dal Consiglio, ma non si attendono sorprese. Con questo provvedimento l'Europa punta a salvare fino a 100mila vite nei prossimi 50 anni.

Le nuove regole

Vengono fissati limiti di esposizione professionale, vale a dire la quantità massima di sostanze nocive alla quale i lavoratori possono essere esposti, per dieci agenti chimici (ossido di propilene, butadiene, 2-nitroproprano, acrilammide, bromoetilene, bromuro di vinile, composti del cromo esavalente, ossido di etilene, idrazina e o-toluidina), e per le fibre ceramiche refrattarie e la polvere di silice cristallina, prodotta dall'estrazione, dal taglio o dalla frantumazione di materiali come calcestruzzo, mattoni o rocce. Inoltre la nuova legislazione rivede i limiti di esposizione per due sostanze già incluse nell'elenco: le polveri di legno duro (prodotte dal taglio del legno) e il cloruro di vinile monomero (principalmente utilizzato per produrre PVC)

I datori di lavoro avranno l’obbligo di individuare e valutare i rischi per i lavoratori esposti a queste sostanze e adottare misure preventive. Da parte sua la Commissione dovrà valutare entro il primo trimestre del 2019 la possibilità di includere nell'elenco delle sostanze pericolose anche quelle tossiche per la riproduzione, vale a dire le sostanze che hanno effetti sulla funzione sessuale e la fertilità.

Infine le nuove norme prevedono che l'autorità nazionale responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori possa decidere di proseguire la sorveglianza dopo la fine dell'esposizione, per tutto il tempo necessario a salvaguardare la salute dei lavoratori. "Abbiamo combattuto duramente e abbiamo ottenuto che la sorveglianza sanitaria per i lavoratori interessati continuerà anche dopo l'esposizione. Le malattie possono comparire mesi e anni dopo che la persona è stata esposta a quelle sostanze nocive”, ha spiegato Ulvskog.

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