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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Perché l'Ue potrebbe fermare il sogno del gigante italiano delle navi da crociera

L'Antritrust ha aperto un'indagine sull'acquisizione della ex Stx francese da parte di Fincantieri, accogliendo le richieste di Parigi e Berlino. Secondo Bruxelles potrebbe nuocere alla concorrenza, anche "a scapito dei milioni di europei che ogni anno scelgono di trascorrere le vacanze" su queste navi

Il sogno di un gigante nella costruzione delle navi da crociera a guida italiana rischia di infrangersi contro il muro dell'Antitrust di Bruxelles. La Commissione europea ha infatti avviato un'indagine approfondita per valutare la proposta di acquisizione della francese Chantiers de l'Atlantique da parte di Fincantieri alla luce del regolamento Ue sulle concentrazioni. I timori dell'Ue non sono solo legati ai rischi per la concorrenza tra gli operatori del settore, ma anche per il potenziale aumento dei prezzi "a scapito dei milioni di europei che ogni anno scelgono di trascorrere vacanze in crociera".

Il protezionismo francese

L'operazione della Fincantieri torna dunque al centro del dibattito europeo, dopo le polemiche scaturite per i tentativi del governo francese, spalleggiato a distanza dalla Germania, di proteggere l'ex Stx dalle mire della società italiana. Tentativi che si arrestano nel 2017, quando il tribunale di Seul diede il via libera all'operazione di acquisto dei gloriosi (ma in profonda crisi) cantieri bretoni. I successivi incontri tra Roma e Parigi, nonostante un nuovo impeto di orgoglio potezionista da parte dell'appena eletto presidente Emmanuel Macron, porteranno alla sigla di un accordo a Lione, in cui rientra anche la cooperazione tra Italia e Francia per la produzione di navi militari. Tutto sembra ormai in discesa, ma nel gennaio scorso arriva la prima doccia fredda: l'Antitrust Ue accoglie le richieste delle autorità sulla concorrenza di Parigi e Berlino e avvia un'analisi preliminare. Conclusasi con l'annuncio di queste ore sull'apertura di un'indagine.       

Il gigante delle navi da crociera

"La domanda di navi da crociera è in piena espansione in tutto il mondo. Chantiers de l'Atlantique e Fincantieri sono due leader mondiali in questo settore. Per questo motivo valuteremo attentamente se l'operazione proposta possa nuocere alla concorrenza nel settore a scapito dei milioni di europei che ogni anno scelgono di trascorrere vacanze in crociera", ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.  In questa fase la Commissione teme che "in un mercato già concentrato e con limitazioni di capacità, l'operazione proposta possa eliminare l'importante forza concorrenziale rappresentata da Chantiers de l'Atlantique", scrive Bruxelles, che ha individuato "ingenti ostacoli all'ingresso nel mercato della costruzione di navi da crociera, dovuti alla natura altamente complessa di questo settore", visto che sono richieste "infrastrutture specifiche, consolidate competenze ingegneristiche e progettuali, così come notevoli capacità di gestione per coordinare le centinaia di fornitori e subappaltatori che intervengono in tutto il processo di costruzione".

Rischi sui prezzi  

La Commissione ha stabilito in via preliminare che "non è presumibile l'emergere di nuovi costruttori qualificati in tempo utile a contrastare i probabili effetti negativi dell'operazione, che potrebbe quindi ridurre seriamente la concorrenza in questo mercato determinando un innalzamento dei prezzi, una riduzione della scelta e un freno all'innovazione". Inoltre l'antitrust "ha stabilito in via preliminare che i grandi clienti non avrebbero potere contrattuale sufficiente a contrastare l'eventuale rischio di aumento dei prezzi derivante dall'operazione".

Le prossime tappe

La Commissione quindi porterà avanti un'indagine approfondita degli effetti dell'operazione proposta "per stabilire se potrebbe seriamente ridurre la concorrenza". L'operazione è stata notificata alla Commissione il 25 settembre 2019. Chantiers de l'Atlantique e Fincantieri hanno deciso di non presentare impegni nel corso dell'indagine iniziale per fugare le riserve preliminari della Commissione. Bruxelles ha ora 90 giorni lavorativi, quindi fino al 17 marzo 2020, per adottare una decisione. L'avvio di un'indagine approfondita, ricorda la Commissione, "non pregiudica l'esito del procedimento".

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