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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Eludere il fisco legalmente: così l'Europa diventa un paradiso fiscale

L'elusione "legale" ogni anno toglie alle casse dei paesi Ue dai 70 ai 200 miliardi di euro. Le imprese approfittano di meccanismi come il patent box: meno imposte a chi fa ricerca e sviluppo. Ma spesso è un trucco. Anche in Italia

Le inchieste come quelle dei Panama e dei Paradise papers hanno mostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, come le grandi multinazionali riescono a evadere il fisco grazie a società costruite con sistemi di scatole cinesi che nascondono i profitti in quegli Stati in cui le tasse sono pressoché inesistenti. Ma esiste un altro fiume di soldi che viene dirottato dalle casse dello Stato, ed è quello che si sottrae al fisco grazie all'elusione fiscale, l'utilizzo di tutti gli stratagemmi (spesso forniti proprio dai governi per incentivare gli investimenti nel Paese) per evitare, con dei trucchi al limite della legalità, di dover pagare le tasse. E per farlo non si deve andare in isole esotiche di altri continenti, basta restare nella cara vecchia Europa, dove l'elusione consente alle aziende di aumentare notevolmente i propri profitti.

A causa della mancanza di trasparenza, è difficile stabilire, se non impossibile, dati concreti sull'elusione fiscale. Lo studio “Panama Papers: soldi sporchi e trucchi fiscali – come i ricchi, i potenti e i criminali ci derubano”, prova a delineare un quadro di questo mondo sommerso e afferma che una stima prudente basata esclusivamente sull'elusione fiscale 'legale' da parte dei gruppi aziendali sarebbe da quantificare tra i 70 e i 200 miliardi di euro l'anno nell'Unione europea, una cifra quest'ultima che sarebbe superiore all'intero bilancio comunitario di un anno.

Questi spazi per l'elusione fiscale vengono creati spesso dagli Stati Paesi membri che in questo modo cercano di farsi concorrenza per attirare sul proprio territorio investitori esteri.

I patent box

Uno dei metodi più utilizzati al momento dalle grandi aziende per evitare il fisco sono i “patent box, sistemi presenti in molti paesi nell'Ue, Italia compresa, che calcolano imposte particolarmente basse per i redditi derivanti dall'amministrazione e dall’utilizzo diretto, o dalla concessione in uso a terzi, di alcune tipologie di beni immateriali come brevetti, marchi commerciali e opere dell’ingegno. Lo scopo è incentivare ricerca e sviluppo, ma spesso le aziende spostano sulle loro branche che fanno questo tipo di attività anche profitti che non sono direttamente collegati a questi beni immateriali.

Non a caso questi strumenti sono stati denunciati anche da istituzioni come il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Commissione europea, proprio perché offrono un mezzo per spostare i profitti ed evitare le tasse. I patent box in Italia abbassano a solo il 15,7% la percentuale di tasse pagate da un'impresa che ne può usufruire. In Ungheria e Olanda è solo il 5% e a Malta addirittura considerata una attività esentasse. Il Paradiso fiscale in casa è servito.

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