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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lavoro

Standing ovation per Draghi dai leader Ue. Conte: "Orgoglioso di lui"

I capi di Stato e di governo tributano un omaggio al presidente della Bce a margine del suo ultime summit europeo. "Se l'economia deteriora, serve una politica espansionistica"

A pochi mesi dalla fine del suo mandato, Mario Draghi riceve il plauso unanime dei leader europei. Anche da chi lo ha attaccato in tutti questi anni. Nel corso del suo ultimo vertice Ue, il governatore della Bce è stato salutato dai capi di Stato e di governo europei riuniti a Bruxelles con una lunga standing ovation. Un episodio che "mi ha reso molto orgoglioso come italiano", ha detto il premier Giuseppe Conte.

Ma al di là degli applausi, quello che conta è il 'messaggio d'addio' di Draghi, tanto più nell'ipotesi che il suo successore sia il tedesco Jens Weidmann, che in questi anni ha più di una volta criticato il quantitative easing (o "bazooka" che dir si voglia), il programma di acquisto titoli con cui il governatore ha ridato fiato a Paesi in affanno come l'Italia. Weidmann ha di recente ammesso di essersi sbagliato sul quantitative easing, forse per agevolare la sua corsa all'ambita sedia di Francoforte.  Vera o falsa che sia la redenzione del tedesco, Draghi ha tenuto a lasciare il vertice Ue lanciando un avvertimento: "In assenza di un miglioramento tale per cui il ritorno sostenuto dell'inflazione al nostro obiettivo è minacciato, servirà uno stimolo aggiuntivo". Che tradotto vuol dire proseguire con il bazooka anche dopo la sua partenza. 

Del resto, le previsioni economiche non sono delle più rosee per l'Eurozona: la produzione industriale tedesca è in calo, Paesi come l'Italia rischiano di tornare a percentuali di crescita prossime alle zero."Al momento vediamo un'economia robusta con crescenti segnali di debolezza - ha spiegato Draghi nel suo discorso a Bruxelles - Un anno fa dicemmo che una decelerazione della crescita è normale. Ma la ripresa è stato più debole delle attese e abbiamo una incertezza pervasiva nel commercio globale da oltre un anno".

Ecco perché il governatore della Bce invita u leader Ue a lasciare da parte le posizioni più estreme dei falchi dell'austerity e a spingere di contro sul lato degli stimoli alla crescita: "La politica monetaria si è presa la maggior parte del fardello negli ultimi otto anni. La politica di bilancio sarà moderatamente espansiva quest'anno e il prossimo, ma in caso di un deterioramento dovrà essere ancora più espansiva", ha avvertito. In altre parole, l'Europa non solo avrà ancora bisogno di misure monetarie come il quantitative easing, ma i governi dovranno aumentare gli investimenti pubblici per scongiurare una recessione. 

Tra i leader che hanno preso la parola al vertice per sottolineare i loro elogi a Draghi, le fonti bene informate segnalano anche il presidente francese Emmanuel Macron e capo della Commissione Jean-Claude Juncker. A margine del vertice, Macron ha tenuto anche a lanciare una frecciatina a Weidmann, da molti ritenuto il candidato di Angela Merkel alla successione del governatore italiano: sono "contento", ha detto il capo dell'Eliseo, che dei membri della Bce che si sono opposti alle misure di Draghi "si convertano, significa che abbiamo tutti del bene in noi e possiamo tutti migliorare. Ne traggo una lezione di ottimismo per la natura umana".

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