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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

"Il debito italiano è sostenibilie", parola della Commissione Ue

La valutazione della sostenibilità redatta per stabilire l'idoneità ad accedere alle linee di credito del Mes promuove il nostro Paese

Quello dell'alto debito pubblico è da anni uno dei principali problemi economici dell'Italia, che viene tirato in ballo ogni volta che vengono richieste misure di austerità. Ma il nostro debito pubblico, nonostante quanto si pensi o si dica pubblico, sarebbe sostenibile.

Buone notizie

A dirlo è proprio l'Unione europea, che è solitamente la prima a puntare il dito contro i nostri conti pubblici. La buona notizia per il governo di Giusepe Conte è che nel complesso il debito pubblico dell'Italia, "malgrado i rischi", rimane "sostenibile nel medio termine", considerando anche "importanti fattori mitiganti", si legge nella valutazione della sostenibilità del debito redatta per valutare l'idoneità dei Paesi dell'Eurozona ad accedere alle linee di credito del Mes contro la pandemia (i Diciassette sono tutti idonei o 'eligibili', come preannunciato dal commissario all'Economia Paolo Gentiloni).

L'impatto del Covid-19

In particolare, sostiene il testo, "anche se la posizione debitoria si è deteriorata come risultato della crisi prodotta dalla Covid-19, il rapporto tra debito e Pil nello scenario di base è previsto su una traiettoria sostenibile e discendente nel medio termine". Nello scenario di base il debito italiano dovrebbe "declinare progressivamente nell'orizzonte di proiezione, per raggiungere un livello sopra il 140% del Pil nel 2030", dopo aver toccato un picco del 159% nel 2020, quando il Pil subirà un crollo del 9,5%. In condizioni più avverse, cioè con tassi di interesse più alti di 500 punti base, insieme ad una crescita del Pil più bassa di mezzo punto percentuale, il debito sarebbe più elevato nel 2030, al 155%, pur mantenendosi su una "traiettoria discendente".

Il mercato

Nello scenario di base il fabbisogno finanziario lordo, cioè l'ammontare dei fondi che lo Stato deve raccogliere sul mercato per finanziarsi, supera il 25% del Pil nel 2020-21, calando a circa il 20% del Pil nel 2030. Le condizioni alle quali la Repubblica Italiana si finanzia ad oggi restano "accomodanti" e, andando avanti, sottolineano i tecnici della Dg Ecfin, i programmi Pepp e Pspp della Bce (il Qe) "dovrebbero contribuire a stabilizzare i mercati del debito sovrano dell'area euro".

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