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Sabato, 20 Aprile 2024
Lavoro

Banche, l'Italia contro il piano franco-tedesco: "Vogliono mettere in ginocchio il nostro sistema"

Si chiedono grandi sforzi a quegli istituti che hanno molti crediti deteriorati. E i nostri sono in cima alla lista europea. Il ministro dell'Economia Tria: “Difenderemo fino in fondo i nostri interessi”

Il piano franco-tedesco per l’Eurozona, messo a punto durante l’incontro giugno al castello di Meseberg, e la proposta sugli Npl “è indecente”. È il duro attacco dell'eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Marco Valli, che in una nota afferma che nel piano “ogni minimo passo avanti in direzione di una presunta condivisione dei rischi è condizionato a progressi soddisfacenti sul fronte della riduzione del rischio, ovviamente sempre a carico delle banche italiane e del Sud Europa. È un ricatto inaccettabile”.

Cosa sono i crediti deteriorati

Gli Npl, acronimo per 'non performing loans', conosciuti anche come 'crediti deteriorati' o 'sofferenze bancarie' sono quei prestiti erogati dalle banche che gli istituti non riescono a recuperare e che quando sono troppo numerosi mettono a rischio la stabilità di una banca. Nel documento franco-tedesco per quanto riguarda queste sofferenze si esprime il sostegno alla proposta recente della Commissione sui modi per facilitarne lo smaltimento. Per lo stock attuale di Npl, Parigi e Berlino indicano che "dovrebbe esserci un obiettivo del 5% di Npl lordi (in rapporto al totale dei crediti) e del 2,5% di Npl netti per tutte le banche”. Le autorità però "definiranno strategie singole per la riduzione degli stock per le banche rilevanti".

Crediti deteriorati, la montagna che pesa sull'Italia

Gli ultimi dati Bce indicano che la media dell'area euro è di 4,9%. In Italia, nel 2017 l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dalle banche classificate come significative è molto più alta, anche se è scesa a fine anno al 14,5 per cento al lordo delle rettifiche di valore e al 7,3 per cento al netto, contro il 17,6 e il 9,4 del 2016, rispettivamente, secondo i dati di Bankitalia. Francia e Germania indicano che "'dovrebbe esserci un monitoraggio appropriato da parte della Bce e dell'Eba per valutare i progressi" e gli Stati membri e le banche che non raggiungono gli obiettivi "dovranno decidere sforzi specifici anche coinvolgendo i regimi di insolvenza /esecuzione del debito per raggiungere questi obiettivi in un breve periodo di tempo". Questi sforzi verosimilmente dovranno essere fatti principalmente dagli istituti del nostro Paese.

L'allarme dei 5 stelle

“Un piano del genere rischia di mettere in ginocchio il nostro sistema bancario per darlo in pasto ai fondi speculativi, offrendoci in cambio la condivisione solo quando i rischi da condividere saranno quelli delle loro banche”, ha denunciato Valli. L'eurodeputato ha chiesto a Francia e Germania di includere “nel loro piano per ristrutturare l’eurozona la riduzione dei pericolosi titoli finanziari illiquidi di secondo e terzo livello, una mina da 6,8 mila miliardi di euro, che vale ben 12 volte l’ammontare di tutti i crediti deteriorati europei”. “Il 75% di questi titoli – ha concluso Valli - è tutto concentrato nelle banche francesi e tedesche. Comincino a guardare in casa propria”.

Sulle proposte per il sistema bancario in relazione alla condivisione dei rischi e della loro riduzione, al su arrivo all'Eurogruppo in Lussemburgo ieri il ministro dell'Economia Giovanni Tria si è limitato a dire ai giornalisti che "è un tema in discussione, certo difenderemo come è stato fatto in passato gli interessi italiani fino in fondo". In sostanza, Tria vede una continuità su questi temi rispetto alle politiche perseguite dal suo predecessore Pier Carlo Padoan.

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